Wu Ming 4, Stella del mattino, Einaudi

Wu Ming 4, Stella del mattino
Einaudi, pp. 391, euro 16.80

I Wu Ming, i cinque scrittori bolognesi da anni attivi in forma collettiva, ci hanno anche offerto, dopo i successi dei loro primi romanzi (Q, Asce di Guerra e 54), alcune prove individuali di discreta fattura; quest’ultimo Stella del mattino non esce dal seminato, offrendoci un libro costruito in modo estremamente intelligente; si parte da fatti storicamente fondati e li si intesse con quel pizzico di mestiere (inventiva) che consente di ottenere 400 pagine che si fanno leggere volentieri.
La storia narrata è quella di Thomas Edward, meglio noto come Lawrence d’Arabia (Tremadoc, Galles, 1888 – Bovington Camp, Dorsetshire, 1935) archeologo, storico e ufficiale dell’esercito britannico che si distinse nella prima guerra mondiale per avere guidato gli arabi alla liberazione dal giogo dell’impero ottomano, con lo scopo di favorire la creazione di uno stato indipendente arabo. Ma i giochi del potere e della politica erano lontani dalla visione umana del nostro eroe che, insoddisfatto dei risultati conseguiti alla conferenza di pace – vi fu comunque la creazione dello stato indipendente dell’Iraq sotto la guida di un suo alleato durante la guerra contro i turchi, l’emiro Faysal – si dimise dall’esercito e, dopo vari tentativi di riappartenere alle forze armate in forma anonima, si ritirò a vita privata nel ’35, poco prima di morire per un incidente in moto.
Ma il romanzo non è solo la vita di Lawrence d’Arabia. Con la sua esistenza si incrociano personaggi noti della cultura europea; si va da Robert Graves, noto poeta e storico (I miti greci è il suo libro più famoso), a C.S. Lewis, quello delle cronache di Narnia per finire, restando sullo stesso genere, con J.R.R. Tolkien, il celeberrimo autore del Signore degli anelli. E questi sono solo i nomi di spicco, ché come al solito una miriade di personaggi animano le pagine che scorrono veloci e portano il lettore alla fine in un lampo.
Questo lampeggiare può essere però anche il segno di una scrittura troppo schematica, troppo prevedibile nel suo essere vincolata ai fatti accaduti. Vi è certo il pregio di un pezzo di storia della cultura europea che pochi conoscono e che risulta più accessibile grazie agli elementi di fiction introdotti ad arte; fu la disastrosa esperienza militare che fornì a Tolkien la materia prima per i suoi romanzi; la distanza tra la cultura popolare e i privilegi della nobiltà si incarna alla perfezione nella ricerca della verità sul conto di T. E. da parte di Lewis; la lotta tra la modernità e le forze della reazione è visibile, ma è come se restasse sottotraccia, in perfetto stile inglese, of course. La vita della Stella del mattino (El Urens), il nome che T.E. ricevette dagli arabi, è come se perdesse visibilità in rapporto al suo destino ormai scritto, proprio come Venere scompare quando sorge il sole.

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