Recensione: Alejandro Varela, Babylon

Alejandro Varela
BABYLON

Edizioni NN | pp. 377 | € 19
Traduzione di Stefano Valenti

Interessante romanzo di formazione ambientato nell’America d’oggi. La memoria del protagonista però lo riporta a trent’anni prima, quando, nel paese dove è tornato per assistere gli anziani genitori malati, cade nel primo amore. Jeremy è suo compagno di classe e tra di due inizia un rapporto segreto, che subirà diverse traversie e che condurrà Andres, il protagonista di cui sopra, al distacco che lo farà partire per l’età adulta. Ma ora l’età adulta lo pone di fronte a dei problemi e il ritorno nel paese avito dà una tregua al nostro; tra il ritorno di fiamma con Jeremy, il pensiero al marito che a casa ha accettato il temporaneo distacco per trovare un nuovo equilibrio alla relazione, la figura dei genitori e della vecchia amica Simone, ora ricoverata in un ospedale psichiatrico, il professor Andres ci conduce a vedere da vicino come funzione un’America indicibile eppur reale, quella dove le minoranze – Andres è omosessuale e di origine ispanica – devono costantemente lottare per i loro diritti.
Un romanzo di formazione e non solo.

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