T. Coraghessan Boyle, Doctor Sex, Einaudi

T. Coraghessan Boyle, Doctor Sex

Einaudi, pp. 375, euro 18.50

traduzione Silvia Pareschi

I redattori dell’Einaudi descrivono in questo modo il libro, sul rivolto di copertina: “humour lapidario, fervida immaginazione, più una buona dose di indulgente ironia sul comportamento sessuale di uomini e donne, fanno di questo racconto, pieno di sorprese, un vero spasso.” Spero di riuscire a chiarire che nessuna delle caratteristiche elencate ha rilevanza nel libro, che ha mille altri motivi per essere consigliato, non certo quella di essere ‘un vero spasso.’

La storia dell’uomo è piena di piccoli episodi, di per sé rilevanti, che rischiano di essere dimenticati nell’abbondanza di informazioni disponibili. Il romanzo di ricostruzione storica offre l’opportunità di centrare l’attenzione su di un fatto specifico attraverso una forma più accattivante che non il saggio. Merito quindi a Boyle per il pregevole lavoro che ha documentato, attraverso i ricordi di John Milk, il lavoro del professor Kinsley.

Siamo in America, prima della seconda guerra mondiale. John Milk è un giovane, inesperto studente di letteratura che viene avvicinato dalla bella del campus che gli fa una proposta ‘particolare’. Fidanzarsi. Per finta, ovvio, lui non è nel suo target. Occorre però essere fidanzati per poter frequentare il corso sulla vita sessuale dell’uomo, e della donna, che il professor Kinsley sta per tenere alla facolta di biologia. Saranno proiettate diapositive ‘esplicite’.

Da quella prima lezione la vita di John cambia. Viene notato da Prok, il nomignolo del professore, che lo coinvolge nel suo progetto, affidandogli compiti sempre più particolari. Il progetto consiste nel documentare con dati empirici – interviste private ed osservazione diretta – il comportamento sessuale dell’uomo, in particolare dell’uomo americano. Uomo che Prok vuole considerare alla stregua di un puro animale il cui comportamento riproduttivo va quindi analizzato solo nelle componenti meccaniche. Concetti ‘astratti’ come amore, fedeltà e rispetto per il partner, sia esso uomo, donna o animale, non trovano ovviamente spazio. Tenete presente che siamo nell’America post depressione, estremamente puritana, dove era in discussione la stessa possibilità di menzionare l’attività sessuale dell’uomo e, orrore, della donna.

L’avvio del progetto è graduale e John viene introdotto nell’ambito ristretto della famiglia di Prok. Piano piano le ricerche del professore iniziano a trovare eco sulla stampa e ciò gli consente di reperire fondi ed ingrandire così la struttura. Iniziano ad arrivare nuovi adepti. Il gruppo ristretto diviene più numeroso e a questo punto le cose, sul piano relazionale, si complicano.

John ha una fidanzata, Iris. Dato che John è un seguace duro e puro, diciamo un indottrinato, segue le indicazioni di Prok, che vuole spogliare l’atto sessuale di qualsiasi significato al di là del compimento dell’atto stesso. Questo determina alcuni episodi nella vita di John che una fidanzata, poi moglie, più ‘tradizionale’ come Iris, non gradisce del tutto.

La figura di Iris, appena tratteggiata ma bellissima, rappresenta il secondo livello su cui può essere letta la storia. Essa è il polo opposto di Prok. Se Prok è un illuminista, lei è romantica. Se lui è il meccanico, lei è l’artista. Se lui è la mente, lei è l’anima. Prok dispone di una teoria: il comportamento sessuale dell’animale uomo non ha niente a che vedere con la sfera culturale, che impone determinate limitazioni, e va quindi agito liberamente. Iris invece, che ama John ma non per questo è disposta a trascurare i propri sentimenti, non riesce a vivere con serenità la separazione tra anima e corpo. Le due dimensioni vanno unite accettando le limitazioni vicendevoli che ciò comporta. E John Milk è l’uomo moderno che vive tra queste due polarità, incapace di scegliere, se non posto in condizioni estreme.

Solo nel finale Milk mostrerà un po’ di amor proprio, che gli permetterà di rifiutare l’ennesima ‘concessione’ ai progetti di Prok; nonostante questo, manterrà il rimpianto per la figura che, con la sua dominanza, gli permetteva di vivere nella comoda posizione di chi non deve scegliere. Ditemi voi se un libro così può essere definito un vero spasso.

Bello, impegnativo, coinvolgente, intelligente, profondo: non uno spasso.

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