Francesco Abate, Così si dice, Einaudi

Francesco Abate, Così si dice
Einaudi, pp. 268, euro 15.50

La vendetta è un piatto che va gustato freddo….
Dopo 11 anni Rudy si sveglia dal coma – ogni riferimento a eventi d’attualità è puramente casuale – in cui era stato spedito da una manica di legnate ricevute per uno sgarro – corna – a un piccolo boss locale e cerca di orizzontarsi. Accolto con apparente gioia dai colleghi del giornale dove lavorava, Rudy scopre che gli 11 anni passati hanno cambiato molte cose, il suo stesso modo di vedere le cose e che la vendetta non è più cosa. Dopo 11 anni non è più nella posizione che occupava. Una volta era un cronista aggressivo, giovane, ora è un quarantenne debilitato dal coma che deve cercare di mantenersi come può in equilibrio nella redazione della Costa Smeralda tra le pressione del direttore, suo ex protetto ora suo despota, e le forze economiche che, per lottizzare indisturbate, cercano l’appoggio della carta stampata.
Rudy si barcamenerà a dovere, giungendo alla fine a riconquistare una posizione degna delle sue aspettative di un tempo. Nel percorso per giungervi compirà, seppure in maniera indiretta, le vendette inattese di cui si diceva all’inizio. In maniera indiretta perché il coma l’ha cambiato, è diventato più flessibile, più adatto all’oggi. Non medita vendette, non fa progetti ma, limitandosi a reagire alle minacce esterne, riesce ad arrivare dove, in più di una occasione, il lettore aveva disperato potesse mai giungere.
E lo fa con una scrittura degna, divertente senza essere volgare, che è già un successo, e con un’apertura su una miriade di personaggi minori – dal collega giornalista vecchio stampo della sede a mare all’amico malvivente che compie per lui il lavoro sporco – che, seppure già visti e letti in altri libri del genere, si ripropongono gradevolmente per una lettura distensiva che rifiuta però di scadere nei luoghi comuni. Anche se Rudy Saporito è un po’ troppo indeciso e agevolato dal caso per essere veramente appassionante.
Il giudizio resta quindi sospeso a metà. Garbato e letterariamente arguto, e quindi piacevole, ma troppo debole e opportunista per convincere, il personaggio Rudy Saporito fa l’effetto che fanno la maggioranza dei giornalisti italiani.
Giusto un blando divertimento.

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