Michael Kruger, La commedia torinese, Einaudi.

Michael Kruger, La commedia torinese
Einaudi, pp. 185, euro 12
traduzione Palma Severi

Un libro ingannevole, questa commedia torinese. Il titolo, innanzitutto, ché poca commedia vi è in queste pagine. Il protagonista in absentia è morto suicida ed il suo migliore amico è stato nominato suo esecutore testamentario. Il libro è poi torinese solo vagamente, per quanto riguarda il luoghi dove si svolge. Dato che Rudolf, il morto, era professore universitario a Torino, va da sé che si parla della città, ma ciò che più importa sono le persone che iniziano a ruotare attorno a M., il curatore testamentario, e non i luoghi dove egli ruota. Per la precisione le persone sono tre donne. La moglie, allettata da una grave malattia, l’amante, e la segretaria, non meno amante del resto. Ma l’inganno più grosso è quello di Rudolf, che ha costruito la propria fama di romanziere collezionando abilmente pezzi di opere altrui. Questo è ciò che, frugando tra le sue carte, M. viene mano a mano scoprendo.

Ma l’inganno più grande lo commette M., celando volontariamente le scorrettezze del suo amico, diventando il suo Max Brod negativo, se vogliamo. Oltre ad una scrittura gradevole, che pare però più un divertissement che l’espressione di una struttura epica, e la riproposizione di alcuni luoghi noti della cultura mittleuropea in chiave attuale, il libro può farsi apprezzare solo per un vago intento polemico verso il mondo della cultura, un po’ troppo vago ed interno, invero, troppo spesso fondato su segreti di pulcinella che non interessano a nessuno se non ai partecipanti alla commedia, appunto, della cultura.

Scoprire che il libro del tale professore è stato scritto prendendo a prestito pezzi dei libri dell’altro professore ormai non fa più ridere; l’eccessiva preoccupazione che M. prova verso la possibilità che la fama del suo amico venga offuscata da uno scandalo, è forse l’unico elemento grottesco (oltre al modo poco plausibile in cui Marta, la segretaria-amante si butta tra la braccia di M.) di un libro che si dimentica in fretta quanto in fretta lo si è letto, solo in questo perfettamente commedia.

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