Recensione: Percival Everett, Deserto americano

Percival Everett
DESERTO AMERICANO
Edizioni Nutrimenti, pp. 263, € 16
Traduzione di Marco Rossari

Il povero Ted Street, una personcina assolutamente mediocre, ha deciso di suicidarsi; ma è talmente sfigato che, mentre sta andando a compiere questo gesto irreversibile, è coinvolto in un incidente stradale che lo uccide: la testa gli si trancia di netto. Riattacatagli alla meno peggio la testa al resto del corpo, Ted, ateo dichiarato, viene portato in chiesa per il funerale; ma, al momento culminante della cerimonia, all’intonazione di un canto, Ted si alza dalla bara. Urla, svenimenti e fughe precipitose non fermano il nostro che, con moglie e figli se ne torna a casa. Ma non siamo all’epoca di Lazzaro, ora ci sono i mass media, e la villetta dove vivono gli Street è subito assediata da importuni giornalisti.
Da qui in avanti la storia, già abbastanza originale, si svolge in maniera assolutamente imprevedibile. Everett, che con Cancellazione, Glifo e La cura dell’acqua, ci aveva già dimostrato di essere uno scrittore a tutti gli effetti, uno che scrive perché ha qualcosa da dire e non perché vuol fare i soldi o farsi dire bravo dagli ammiratori, conferma il suo livello. Il libro scorre via veloce, mai noioso e mai retorico per condurci ad un finale che lascia il segno.
Segnalo, a fianco di queste lodi sperticate ma forse insufficienti, che in originale il libro avrebbe dovuto intitolarsi Making Jesus ma l’editore, temendo la cristianissima pubblica opinione americana, ha optato per il più attinente al testo American Desert, visto che buona parte della storia si svolge in una di quelle fantomatiche e misteriose basi dell’esercito USA seppellite nei deserti del Nevada. Ted scopre da solo, riflettendo su quello che gli è successo, la risposta all’eterna domanda dell’uomo sulla vita oltre la morte, ma la sua risposta non è quella che cercano i militari americani e tutti i creduli spettatori della televisione o la folla di disadattati che circonda la base.
Si può essere Gesù solo morendo.

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