Recensione: Richard Stern, Le figlie degli altri, Jaca Book

Richard Stern, le figlie degli altri
Jaca Book, pp. 300, euro 15
Traduzione Vincenzo Mantovani

Sappiamo tutti che ci sono romanzi che, meglio di altri resistono al passare del tempo; il gradevole romanzo di Richard Stern, la cui recente scomparsa è stata l’occasione per il New York Times di definirlo “il più importante scrittore americano che ancora non conoscete” vi riesce in parte.
Il professor Merriwether ha una solida posizione – siamo all’inizio degli anni ’70 quando ancora esisteva qualcosa di solido – all’interno del mondo universitario americano; a 40 anni ha compiuto importanti ricerche nel campo della biologia molecolare e la sua posizione è più che stabile.
La vita familiare non va altrettanto bene; è un po’ scricchiolante ma il lavoro occupa la parte preponderante del tempo del professore che quindi tira avanti senza troppi dispiaceri. Ma, un bel giorno, ecco che incontra una giovane studentessa, Cynthia, che si innamora di lui e in breve, vincendone le parche resistenze, lo trascina nella più prevedibile delle relazioni extraconiugali.
Pur seguendo uno svolgimento scontato, il libro si lascia leggere con piacere. In esso domina la difficoltà di rendere manifesto al mondo un sentimento – e un comportamento – che conducono su strade diverse da quelle che si è soliti percorrere. Ancora prigioniero della morale casa–lavoro il professor Merriwether (letteralmente castrato felice) mostra quello che di lì a poco sarebbe diventata la norma. Nulla può fermare una persona che voglia assecondare i propri desideri, che voglia perseguire la propria felicità. E’ proprio la normalità di una situazione del genere oggi che pesa sul romanzo e lo rende parzialmente superato. Questo libro segna il punto di separazione tra un periodo in cui nessuno faceva una determinata cosa e quello in cui tutti la fanno come se fosse normale. Noi viviamo nel secondo tempo, però può ancora essere piacevole leggere di una persona che si pone dubbi morali circa il proprio comportamento e ne trae delle conseguenze; sempre sperando che queste conseguenze riguardino le figlie degli altri.

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