Recensione: Eric Puchner, Model Home, Cult

Eric Puchner, Model Home
Cult, pp.472, euro 15.90
Traduzione Alessandra Senzani
Questo splendido romanzo è costruito attorno al senso di colpa e leggerlo permette di riflettere su quanto questo sentimento abbia determinato le sorti della letteratura.
     Il protagonista è Warren Ziller, yankee di mezza età e ben intenzionato a realizzare il sogno americano: diventare ricco e permettere alla famiglia di vivere in un posto bello e sicuro. Per questo, abbandona la casa dove lui e la moglie, Camille, hanno avuto tre figli e trasferisce tutta la truppa nell’assolata California, in una di quelle tenute protette dai guardiani nelle quali vivono gli americani ricchi. Compie questo passo un po’ alla leggera attratto dalla possibilità d’una speculazione edilizia che gli avrebbe permesso di vivere ad un livello che lui non aveva mai nemmeno potuto sfiorare. Soprattutto è attratto dalla possibilità di dare alla famiglia ciò che lui non aveva avuto da piccolo, cresciuto dalla madre abbandonata dal padre.
     Il sogno però si sta trasformando in un incubo. Subito Warren ci dice che la speculazione edilizia non sta andando bene; accanto alle villette costruite alla bell’e meglio infatti, lo stato della California ha deciso di collocare una discarica, con ovvio disincentivo per l’acquisto dei lotti. La sua conseguente irritabilità non favorisce il mantenimento di una buona relazione con la moglie, depressa dal lavoro e sottilmente attratta da un collega, una specie di tecnico profugo dalla Serbia con ambizioni di regista. Tutta la prima parte del romanzo è dedicata a delineare i tentativi dei due coniugi di rimanere insieme; quando sembra abbiano raggiunto un nuovo punto d’equilibrio, un drammatico evento fa precipitare la situazione; da questo momento piano ma inesorabilmente, le vite dei protagonisti prendono vie autonome e si giunge così alla fine con l’emersione di un senso nuovo per tutti .
     Questo senso nuovo,come dicevo all’inizio, è legato a filo doppio alla risoluzione del senso di colpa che lega l’un l’altro i protagonisti e, a pensarci bene, questo difficile e tortuoso percorso, imparare a non sentirsi in colpa per quello che succede a chi ci è vicino, perché la responsabilità individuale termina dove inizia la libertà dell’altro, connota di sé tutta la grande letteratura europea e americana. E’ appunto la grande letteratura a portare questo tratto distintivo, perché la letteratura di massa gioca su sentimenti più semplici, più superficiali. La letteratura di massa non vuole coinvolgere il lettore nel profondo, vuole solo informarlo che le cose stanno così, e non c’è verso di cambiarle. L’immutabilità del mondo è l’ideologia guida della nostra società.
     La nostra società, una casa modello?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *