Sebastiano Vassalli, Abitare il vento, Calypso

Sebastiano Vassalli, abitare il vento
Calypso, pp. 106, euro 12

Il vuoto incombe certamente su tutti quelli che tessono il vento
Joyce, Ulisse

Diamo la parola direttamente al protagonista della vicenda, Antonio Cristiano Rigotti.
Io come personaggio di un libro rappresento qualcosa che va al di là della figura narrativa, secondo le intenzioni dell’autore, I suppose. E mi pare di potter dire che questo qualchecosa è lo spirito dei tempi la zeitgeist, che io che ho fatto il classico lo so cosa vuol dire, ma che è anche lo spirito che già sapevano al tempo della bibbia, visto che il titolo di questo libro è preso di peso (eliminazione di consonante!) dal libro dei proverbi: chi manda in rovina la propria casa abiterà il vento. Possiamo forse dedurre qualcosa da questa derivazione? Forse si, forse no, chi lo sa, lo vedrete alla fine.
I tempi sono comunque la fine degli anni ’70 ed io sono un poveraccia senza arte né parte (aggiunta di consonante!) chiamato per aiutare a tenere nascosto un ragazzo che i miei amici, eversori di sinistra, avevano rapito. Il tizio si chiama Andrea, ma io lo chiamo Diarrea perché la sua paura ma anche la sua stoltitudine lo fanno emettere copiose masse di rifiuti organici per tutto il locale ove lo teniamo segregato. Insieme a me, il Cris, ci sono il Lessando e la Nanda, la quale Nanda è la classica tipa di sinistra degli anni ’70, molto diversa dalla tipa di sinistra del 2000 che è più inserita nel sistema e che quindi ha più paura a seguire il suo spirito guida qualunque cosa esso le dica di fare, quella che conoscete voi che leggete adesso. Inzomma la Nanda è una che gli piace scopare, e siccome che anche io sono uno che gli piace, ci siamo messi a farlo, lei nuda e io con il mio Grande Proletario bello dritto, e come abbiamo finito non è che ci fosse gran che da dire, e abbiamo continuato a svolgere le nostre funzioni di carcerieri, e il giorno dopo l’ho beccata a letto con il Lessando ma non me la sono presa, che io sono fatto così; non me ne frega gnente di gnente.
Ma poi ci siamo dovuti spostare dal primo covo che i carramba stavano stringendo le meglie della loro ricerca e mi nacciavano di scovare il covo, e siamo alloro finiti nella villa di un compagno, compagno si compagno no compagno un cazzo, che è dottore. Costui (ho fatto il classico!) ha una bellissima moglie, molto bbona, che piglia il sole nuda sul terrazzo della villa e allora io ho pensato bene di mostrarle la struttura dialettica del Grande Proletario per convincerla a condividere con me ciò di cui madre natura tanto riccamente l’aveva fornita. Lei sulle prime è stata sulle sua, sbeffeggiando e denigrando l’esibizione. Ma dopo un paio di giorni che dalla finestra vedeva sorgere il mio sol dell’avvenir, ha ceduto alle lusinghe. Ma sul più bello il Grande Proletario ha negato le sue indiscusse capacità e s’è astenuto dalla pugna. Degradato a piccolo borghese rintanato tra le gambe, mi ha lasciato solo a dolermi della mancata occasione, con la bbona che irrideva le mie capacità rivoluzionarie.
Dato che il compagno proprietario della villa è anche dottore ha dato un’occhiata al Diarrea per vedere come stava, e ha verificato che non aveva niente, come in effetti s’è visto qualche ora dopo quando l’ho beccato insieme alla Nanda nuda sotto la tenda che lo teniamo. Però la Nanda ha compiuto lo sbaglio di non mettersi la maschera nel mentre scopava con il ragazzo e allora il Lessando l’ha dovuta allontanare dal gruppo. A questo punto però anche io ho litigato con il Lessando, ché mi sembrava che la strategia del gruppo stesse andando un po’ a ramengo e me ne sono andato. Sono allora andato da un tipo, il Bruno, che è l’unico che ti può dare una mano se sei di sinistra ma sei fuori dall’organizzazione. Però questo Bruno dopo un paio di giorni m’ha fregato, e illudendomi con la promessa di una via di fuga mi ha fugato tutti i soldi e io mi sono trovato solo per le strade di Milano e giurovagare senza sapere dove sbattere la testa. E mi sono così trovato a fare proprio come quel bischero della bibbia, senza casa ad abitare il vento.

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