Bernard Cooper, Il conto di mio padre, Playground

Bernard Cooper, Il conto di mio padre
Playground, pp. 245, euro 15
Traduzione Luca Caddia

 

Milan Kundera scriveva che si diventa adulti solo quando si è seppellito il proprio genitore. Non ho mai capito se questa frase è da interpretare in modo letterale o metaforico; che il significato sia letterale o che sia metaforico, Bernard Cooper forse non diventerà mai adulto, anche se potrà continuare ad essere un ottimo scrittore.

Il libro di cui vi parlo oggi è infatti la narrazione sentita e commossa degli ultimi anni di vita di Edward Cooper, il padre di Bernard, avvocato divorzista estremamente battagliero a cui il figlio è legato in modo direi morboso, forse proprio per l’estrema malagrazia dimostrata nei suoi confronti dal genitore. Pur consapevole del cattivo carattere del genitore, della sua parzialità, del suo egoismo, un sano egoismo prettamente americano, Bernard coglie al volo la richiesta del suo editor di scrivere la vita del padre. Il problema è che Edward Cooper non è un padre moderno, uno che cerca l’alleanza dei figli, uno che parla con loro, uno che vuole che i rapporti siano chiari e reciproci. Edward Cooper è un padre all’antica, incline a fare le cose di nascosto dai figli, poco propenso a parlare di sé e della sua storia. Così, quando Bernard inizia la prima intervista per raccogliere il materiale per il libro, nessuna sorpresa se per un’inezia il padre lo caccia di casa.

La scusa della raccolta dati per scriverne la vita – che avrebbe portato il libro verso il modello del Maus di Spiegelmann – naufraga subito e la storia della vita del padre si trasforma nella storia degli ultimi anni del padre – modello Patrimonio di Roth – frammista ai ricordi della vita di Bernard con i genitori e i tre fratelli prematuramente scomparsi.

Una scrittura di ottimo livello dicevo che, pur con gli inevitabili riferimenti – la famiglia Cooper è ebrea – ai predecessori illustri, ha una sua originalità e cifra distintiva. Tutti gli episodi di una vita concorrono a definire con precisione il legame padre-figlio, che è una sottoclasse di un più generale rapporto padre-mondo basato sulla prevalenza dei propri bisogni su quelli degli altri e sulla rivendicazione ad alta voce dei propri meriti. Il conto che Edward spedirà a un Bernard ventottenne per chiedere il rimborso delle spese concernenti cibo, vestiario, istruzione e varie sostenute per la sua crescita (2.000.000 di dollari) sarà saldato solo alla morte del padre. A Bernard resteranno 5.000 dollari in una cassetta di sicurezza e questo libro, per poter continuare a pensare al padre.

Altro che Edipo.

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