Recensione: Joris-Karl Huysmans, Vite di coppia

Joris-Karl Huysmans
VITE DI COPPIA
Edizioni Prehistorica, pp. 245, € 18
Traduzione di Filippo D’Angelo

Ecco il quarto romanzo dell’autore di Controcorrente (À rebours) uno dei romanzi più importanti del naturalismo francese di fine ‘800. In questa storia troviamo in germe molte delle tematiche care a questa corrente e il libro si lascia leggere piacevolmente per quello che è: una descrizione accurata della Parigi di fine secolo negli occhi di due quasi artisti, che cercano di barcamenarsi tra le difficoltà della vita. L’apertura è a sorpresa: rientrando anticipatamente a casa Andrè coglie la moglie in flagrante tradimento. Da borghese educato e civilizzato, prende la cosa con filosofia e si separa senza por tempo in mezzo. L’amico Cyprien, che aveva sempre osteggiato il suo matrimonio, cerca di renderlo edotto sui vantaggi della vita in solitaria. E così le esperienze opposte ma rispecchiantesi dei due protagonisti ci conducono per oltre un anno tra le vie e le abitazioni della gente di Parigi e la conclusione sarà un’illuminazione per i due. Cyprien, pittore scalcagnato e di dubbie capacità, più dubbie delle velleitarie pretese di scrittore di Andrè, mostra alla fine come tutto capiti per caso e vada appunto per questo accettato di buon cuore, non stando lì a sottilizzare sulle incoerenze delle vite di coppia.
Un insegnamento ancor valido, oltre un secolo dopo la stesura di questo pregevole, e in Italia sconosciuto, romanzo francese.

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