Sabato 8 novembre: presentazione del libro “Razzismo e noismo”.

Sabato 8 novembre 2014, ore 20.45 – ingresso libero
presso SPAZIO TERZO MONDO

Presentazione del libro

razzismonoismoRAZZISMO E NOISMO
Le declinazioni del noi e l’esclusione dell’altro

di Luigi Luca Cavalli-Sforza e Daniela Padoan
Einaudi editore

Presentazione a cura di Marco Noris
in presenza dell’autrice Daniela Padoan

 

Presentazione e recensione del libro di Marco Noris:

La forma del dialogo ha attraversato oltre due millenni della cultura occidentale ed ha costituito sia l’artificio letterario utilizzato dalla filosofia di Platone e Aristotele che la struttura della trattatistica con la quale Galileo ha aperto le porte alla scienza moderna.

Il libro di Daniela Padoan e Luigi Luca Cavalli-Sforza riscopre, in un certo senso, questa tradizione sebbene ci siano delle immediate differenze rispetto alle opere del passato. Ovviamente qui ci troviamo di fronte ad un dialogo reale, i personaggi non sono fittizi: Daniela Padoan è una scrittrice e saggista, che si è occupata, tra le altre cose, di Shoah, di resistenza femminile alle dittature, una ricercatrice di formazione umanista, mentre Cavalli-Sforza è un genetista di fama mondiale, la cui opera è imprescindibile per la conoscenza della genetica delle popolazioni e delle migrazioni umane. Altrettanto ovvio è il fatto che in questa opera abbiamo un confronto reale e non un artificio volto a dimostrare la tesi dell’unico autore, non c’è alcun Simplicio a sostenere la superata cosmologia aristotelica. Queste sottolineature potrebbero apparire banali ma, in realtà, la forma adottata non riveste un significato puramente stilistico, al contrario, lo sviluppo dei contenuti è profondamente influenzato dal confronto tra i due autori che giunge a risultati, sotto molti aspetti, sorprendenti.

Nella costruzione di un’opera in cui si confrontano due formazioni culturali diverse è necessario un primario lavoro di reciproca conoscenza e determinazione di un campo di indagine comune, e in tale campo di indagine va escluso qualsiasi deficit definitorio. Appunto la definizione dei significati e delle forme di “noi” e “altro” costituisce l’asse portante di tutto il libro ed è indispensabile per superare quella barriera di superficialità e retorica con la quale, purtroppo, spesso vengono affrontate non solo le tematiche del razzismo e dell’etnocentrismo, ma anche quelle più generali dell’ identità e del nostro rapporto con tutto ciò che sta al di fuori della nostra definizione del “noi”. In questa operazione è soprattutto Daniela Padoan che spinge verso una ricerca di definizioni e significati, attraversa tempo e spazio, dalla preistoria alla storia, dall’ambito umanistico alle classificazioni tassonomiche, dall’Homo sapiens sapiens al mondo dell’animale, “altro” per eccellenza, sul quale si esprime una delle prime forme di dominio umano.

Il risultato è quello di un’opera “in crescendo”. Sebbene la costruzione del libro si sforzi giustamente di dare un ordine, una logica agli argomenti oggetto del confronto, l’originalità dell’approccio e, forse, il processo di conoscenza reciproca dei due autori approdano ad una sorta di stream of consciousness scientifico, dove non siamo, come in letteratura, nell’alveo di una libera rappresentazione di pensieri ma dove ogni capitolo, ogni paragrafo compiuto apre comunque tutta una nuova serie di possibilità di ricerca, di analisi e di sviluppo dei temi trattati.

Forse l’importanza del libro sta proprio qui: con la sua particolarità nell’approccio, accompagna il lettore verso un terreno di indagine più generale e ancora ampiamente inesplorato, apre la strada a nuovi e più profondi ambiti di ricerca. In questo senso il libro più che un’opera compiuta si potrebbe trattare come un’opera prima, non solo una lettura e un’interpretazione dei drammi che la contrapposizione “noi” e “altro” ha causato nella storia dell’umanità, non solo un’approfondita analisi critica del passato, ma la sperimentazione di un metodo, forse proprio a partire da un dialogo tra due persone reciprocamente “altre” in termini generazionali e di formazione culturale. Tale metodo si volge alla rappresentazione e alla progettazione di un nuovo “noi” del quale abbiamo più che mai bisogno oggi.

La speranza è che tali stimoli non vadano perduti e che questo dialogo possa coinvolgere anche altri, che possa quindi ampliarsi e, nella costruzione di un nuovo “noi”, divenire collettivo.

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