Recensione: Jonathan Franzen, Libertà, Einaudi

Jonathan Franzen, Libertà
Einaudi, pp. 622,
traduzione Silvia Pareschi

     Per una volta il tanto preannunciato caso letterario, sbandierato dall’editore nel tentativo di richiamare un po’ di attenzione sulla languente letteratura, non si rivela una bufala. L’ultimo libro di Jonathan Franzen lascia veramente il lettore soddisfatto delle oltre 600 pagine che, senza sforzo apparente, raccontano il complesso intreccio in cui le vite di Walter, Patty e Richard si snodano per oltre trent’anni di storia americana.
     Walter e Patty sono i coniugi Berglund che, all’inizio del romanzo, ci vengono presentati in una situazione estremamente incresciosa per due rappresentanti della middle class americana. Dalle pagine del New York Times pare infatti che Walter sia responsabile di una grave truffa nei confronti dello stato. Senza affrontare i dettagli, Franzen ci mostra la famiglia Berglund che, oltre ai coniugi, comprende due figlie: Joey e Jessica. Questa famiglia nasce dall’amore non corrisposto di Patty per il giovane migliore amico di Walter, Richard Katz. Pur essendo attratta da lui, Patty capisce che non gli offre futuro e allora sposa Walter. Parrebbe di essere nel più trito e banale dei plot da romanzo d’appendice, un madame Bovary rivisitato. Ma la capacità di scrittura di Franzen rende tutto sorprendente e inatteso, le vite dei figli si intrecciano e sviluppano con notevole indipendenza dai genitori – libertà – e le vite dei genitori crescono in complessità Ad un certo punto l’amore assoluto di Walter non basta più e la famiglia inizia a sfaldarsi, Patty tenterà di ritornare sui suoi passi ma questo renderà il tutto ancora più insopportabile.
     Intanto Walter, integerrimo difensore della costituzione americana e dei diritti dei cittadini, ha scelto di scendere a patti con una grossa compagnia per riuscire a fare qualcosa per l’ambiente. Sarà questa concessione al mercato a fregare il buon Walter e a farlo apparire sulla cronaca del giornale di New York.
     Entrambi i coniugi sono ormai delusi della propria vita e cercano, ciascuno a modo suo, di rimediare agli errori. Dopo un po’ di anni di solitudine, unica condizione per potere imparare ad usare la libertà, con tutti i dolori e piaceri che questa comporta, i due cercheranno una strada  percorribile che possa soddisfare entrambi.
     In questo disteso e pacificante romanzo Franzen riesce a inserire i punti di forza di due suoi romanzi precedenti – Zona disagio e Forte movimento – che molto meglio del tanto osannato Le correzioni esprimono la sua passione per la difesa dell’ambiente e la sua capacità di esaminare le tensioni delle famiglie. In questo romanzo le due tematiche, affrontate separatamente nel thriller (Forte movimento) e nel romanzo intimista (Zona disagio) si fondono grazie, probabilmente, alla maggior consapevolezza dei propri mezzi che questo scrittore ha raggiunto.
     Il riassunto non è che in minima parte capace di restituire lo spessore di una storia che, con un tono mai pedante o didascalico, offre una possibile visione d’insieme della vita in generale, con i suoi errori e le sue gioie, con le libertà che è necessario prendersi per vivere e le rinunce alla libertà che è necessario compiere per non condannarsi a morire.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *