Recensione: Nick Laird, L’errore di Glover, Minimum fax

Nick Laird, L’errore di Glover
Minimum Fax, pp. 305, euro 16.50
Traduzione Federic Aceto
 
In una Londra postmoderna estremamente credibile si muovono con scioltezza e capacità di avvincere il lettore i tre protagonisti di questo buon romanzo. Abbiamo David Pinner, insegnante trentacinquenne un po’ deluso da una vita nel complesso scialba. David Pinner incontra ad una festa Ruth Marks, ora affermata scultrice, un tempo sua insegnante in un corso di arti figurative. La signora, sulla cresta dell’onda, è stata molto importante in un punto di svolta della vita di David. La vede e si innamora. Il caso però è beffardo, e mentre lei sta andando da lui una sera, si crede inseguita da quello che crede un malintenzionato; giunge trafelata alla porta, ma il maniaco la segue. David lo saluta cordialmente. Si svela l’arcano: è James, il compagno di stanza di David.
Come nel Cyrano di Rostand il giovane e piacente James risveglia la passione di Ruth, benchè la signora, a differenza di Rossana, abbia oltre vent’anni di più del suo ‘ganzo’, e il povero David, proprio come Cyrano, viene chiamato a svolgere la parte del mediatore per fare avvicinare i due. A questo punto le carte sono tutte in tavola. Per invogliare il lettore alla lettura diciamo allora che David non sarà come Cyrano e non si ingegnerà per fare apparire James più intelligente di quello che è. Anzi, animato dalla più turpe gelosia, David saprà mettere a frutto l’errore di Glover per scalzarlo dal cuore di Ruth.
Non si riduce però ad una semplice questione di gelosia. I personaggi sono tratteggiati molto bene. David, oltre ad essere un insegnante frustrato, è anche un blogger, ancora più frustrato, che gestisce un blog con la firma di Truce Re Censore nel quale sfoga la sua insofferenza per la vita contemporanea nei suoi più variegati aspetti. James è un Cristiano ancor più melenso dell’originale, cattolico con il mito dell’onestà ad ogni costo e della sincerità come valore assoluto, che non sono le basi ottimali per un rapporto con una quarantacinquenne scafata come Ruth; quest’ultima è la perfetta rappresentazione dell’artista. Snob ed egocentrica senza esagerare, Ruth si trova catapultata nelle braccia di un ragazzino, quasi coetaneo della figlia, e cerca di gestire il tutto finché le abili manovre di David e la sprovvedutezza di James non faranno precipitare tutto.
Alla fine, questo anti-Cyrano non è sconfitto ma nobile come l’originale, bensì meschino e in attesa di giudizio come la maggior parte dei protagonisti della commedia postmoderna.

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