Multatuli, Max Havelaar, Iperborea

Multatuli, Max Havelaar
Iperborea, pp. 354, euro 17
Traduzione Piero Bernardini Marzolla

La lettura di questo libro è dovuta al caso; meglio, all’incrocio della solerzia dei redattori dell’Iperborea, che me ne hanno inviata una copia in omaggio, con il mio senso di responsabilità nei confronti dei libri. Avevo infatti trascurato questa eccezionale testimonianza della storia – non solo letteraria – vuoi per le molte cose da fare vuoi per l’infelice presentazione del libro, “il più grande classico della letteratura nederlandese dell’800.” Sollecitato dalla disponibilità del volume, mi sono dovuto dedicare alla lettura, con i risultati eccellenti che di seguito riporto.
Multatuli (molto ho sopportato) è lo pseudonimo che Eduard Douwes Dekker adottò per la pubblicazione di questo volume, nel quale raccontava la sua esperienza di funzionario governativo nelle Indie olandesi; un racconto che è l’esplicita denuncia delle ingiustizie perpetrate dagli europei ai danni dei pacifici abitanti dell’isola di Giava. Oltre al romanzo in sé, di cui è protagonista Max Havelar, l’onesto e coraggioso funzionario che con moglie e figlio a seguito cerca di contrastare il malgoverno del reggente indigeno, una particolare nota va riservata allo stile, oltremodo innovativo ed in anticipo sui tempi. Multatuli infatti si immagina due personaggi: prima il sensale di caffé Droogstoppel, uomo ligio e calcolatore, incarnazione orribile dello spirito del capitalismo protestante; poi il giovane e romantico Stern, figlio di clienti di Droogstoppel che il nostro, per non lasciarseli sfuggire, assume a mo’ di tirocinante presso di sé. Per tutta la durata della vicenda questi due lotteranno, si fa per dire, per conquistare l’attenzione del lettore, il primo con il suo punto di vista il secondo attraverso la storia contenuta in un misterioso plico.
Droogstoppel riceve infatti un plico di appunti da un malandato uomo con lo scialle che gli chiede di pubblicarli; costui vive, con moglie e figlio a seguito, in una misera soffitta e nel libro c’è la sua speranza di riscatto, ché il libro racconta la sua storia, la storia che l’ha ridotto in povertà. Ma Droogstoppel non prende sul serio la faccenda ed affida al giovane Stern la lettura del manoscritto per l’eventuale pubblicazione. Noi, a questo punto, consapevoli delle parti in lizza, leggiamo le disavventure di Max Havelaar intervallate dalle considerazione di Drogstoppel sul cattivo influsso che le letture del giovane Stern hanno sul suo ambiente familiare, fino all’epilogo che ci riporta all’uomo dello scialle.
Il libro si regge sulla Verità delle parole del plico, sulla forza del dire la verità contro la falsità delle convenienze economiche e sociali, su cui si reggeva il potere degli olandesi nelle Indie Occidentali e di Droogstoppel nel suo ruolo di sensale; in termini più attuali, su cui si regge tutto il mercato del capitalismo avanzato. E’ una dura lotta quella della verità sulla falsità, una lotta che ha visto realizzarsi la sua sconfitta in generale pur con alcune soddisfacenti vittorie nel particolare.
Ci rallegriamo in anticipo con quanti leggeranno questo libro conseguendo la loro vittoria particolare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *