Terry Pratchett, Neil Gaiman, Buona apocalisse a tutti, Mondadori

Terry Pratchett – Neil Gaiman, Buona apocalisse a tutti
Mondadori, pp. 381, euro 16
traduzione Luca Fusari

La mia conoscenza della storia sacra si potrebbe mettere tutta in poche paginette. Del capitolo conclusivo della saga inventata dai popoli antichi per dare un senso al loro soffrire terreno sapevo che consisteva in uno scontro epocale tra le forze del bene e quelle del male (Apoc. 16,16); tale evento era localizzato presso la collina di Megiddo ed aveva un nome: era l’armagheddon. Ma questa parte della letteratura devozionale antica era stato scritto da persone con un profondo senso del mistico. Da due scrittori contemporanei, molto meno mistici e con un più preciso senso del divenire storico, non ci si poteva aspettare altro che una ricollocazione sub specie humanitatis del fattaccio.
Il passaggio dal divino all’umano è ottenuto inventando due personaggi, l’angelo buono (Azraphel) e quello cattivo (Crowley), che devono preparare il terreno per lo scontro, e rendendo questi due molto più umani di quanto fosse permesso supporli stando alla fonte biblica. I due infatti vivono sulla terra da quando fu creata da dio (circa 6000 anni, sempre stando alle fonti), ciascuno agendo in funzione della realizzazione del piano del proprio capo; ma, dato che sono ‘umani’, sono anche diventati quasi amici. Benché parteggino per opposte fazioni, sono arrivati a capire che l’esistenza dell’uno è condizionata dall’esistenza dell’altro: il bene, senza il male, non avrebbe senso, omnis adfirmatio est negatio.
Quindi, quando Crowley riceve da Belzebù l’ordine di accogliere il figlio di Satana, cresciuto tra gli uomini e preparato ad annunciare il regno del maligno (già sentita questa, eh?), questi si mette in contatto con Azraphel, già informato dell’imminenza dello scontro, e i due cercano di evitare la resa dei conti. Essa significherebbe essere costretti ad abbandonare il mondo e tutte le sue delizie che i due angeli hanno imparato ad apprezzare.
Ma nemmeno i due sono preparati all’imprevisto; quando il figlio del maligno era stato portato sulla terra, vi fu uno scambio di neonati; il figlio del maligno diventa così irreperibile, e parte la caccia al suo ritrovamento. Questa caccia sarà facilitata dalle profezie di Agnes Mutter, strega messa al rogo più di trecento anni prima, che aveva previsto tutto quello che sta accadendo e che giustifica l’ingresso nella vicenda a due cacciatori di streghe (stipendiati dai due angeli) ed alla discendente di Agnes, Anatema Mutter.
Con una scrittura tutto sommato divertente, inframmezzata da considerazioni parafilosofiche sul senso dell’accidentale (se dio prevede tutto, anche il male è una sua previsione, quindi è colpa sua), si arriva alla fine, con la sconfitta degli otto motociclisti dell’apocalisse (quattro regolari e quattro cloni) e la prosecuzione del normale tram tram per i due angeli che, avendo a disposizione l’eternità, possono ben permettersi di dire: buona apocalisse a tutti.

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