Alicia Erian, Beduina, Adelphi

Alicia Erian, Beduina (tit. originale Towelhead)

Adelphi, pp. 345, euro 12

Traduzione Giuseppina Oneto

 

Anche se in questo momento in Italia non è più cosa certa, ci terrei a precisare che il rapporto sessuale con minorenni, consenzienti o meno, da parte di adulti, è reato. E’ partendo da questo punto che occorre leggere la storia di Jasira, la tredicenne protagonista del romanzo.

A tredici anni si può essere molto belle, molto fresche, molto affascinanti e l’uomo è, quasi inevitabilmente, sensibile a questo fascino. Ma l’etica, la decenza, il comune senso del pudore, chiamatelo come volete, dovrebbe impedire il passage a l’acte. Il fidanzato di mamma queste cose non le sa e quando la mamma, irlandese, se ne accorge allontana la figlia – più per gelosia che per proteggerla – e la manda dal padre – libanese – che lavora per la NASA e vive a Houston.

Il padre di Jasira, Rafat non è proprio una persona con cui sia bello vivere, e la povera ragazza descrive in maniera estremamente sofferta le imposizioni, le restrizioni e anche le minacce cui questo adulto la sottopone; ma in breve si affaccia alla sua vita un altro adulto, il signor Vuoso, il vicino di casa. Costui ha un figlio, Zack, e lo affida alla giovane ragazza in qualità di baby sitter mentre lui e la moglie sono al lavoro. In questo modo tra i due inizia un rapporto. Intanto la ragazza si fa degli amici a scuola. Thomas in particolare, un afro americano, diventerà il suo ragazzo.

Jasira è una ragazza un po’ insicura, fragile si direbbe oggi, e cede alle pressioni per ottenere la sua bellezza da parte degli uomini che la circondano. Ma una coppia di brave persone è in agguato dietro l’angolo, e l’ingresso in scena di Melina e Gil salverà la nostra ragazza e condurrà i reprobi alla giusta punizione.

Detta così però, è un po’ troppo semplice. L’opposizione buoni e cattivi non funziona. L’abilità della scrittrice, che dà la netta impressione di basarsi molto sul vissuto, sta proprio nell’essere stata in grado di mantenere tutti i personaggi il bilico sulla sottile linea che separa il comportamento normale da quello patologico, con frequenti cadute e altrettanto frequenti pentimenti. Jasira  è si giovane e innocente, ma anche seduttiva in modo consapevole; il padre è un uomo solo e represso, che cerca di scaricare il suo malessere sulla figlia e che solo se preso per i capelli è in grado di esprimere un po’ di umanità; il signor Vuoso in fondo si vergogna di ciò che fa. Solo la scrittura sa rendere visibili queste sfumature, questa compresenza del bene e del male. Ciò tuttavia non ferma l’azione della giustizia, che al termine perseguirà il colpevole. Noi saremo allora in grado di valutare la correttezza della pena, che deve essere proporzionale all’intenzione.

Nel migliore dei mondi possibili.

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