Recensione: Steve Sem-Sandberg, I prescelti

Steve Sem-Sandberg
I PRESCELTI
Edizioni Marsilio, pp. 572, € 14
Traduzione di Alessandra Albertari

Alla Am Spiegelgrund clinic di Vienna, fra il 1940 e il 1945, furono uccisi quasi 800 bambini affetti da disturbi psichici e/o fisici tali da renderli inadatti al programma eugenetico dei nazisti. Tutti abbiamo letto libri che raccontano nel dettaglio gli orrori della shoà; se i 6 milioni di morti sono il maggiore crimine contro l’umanità che sia mai stato perpetrato, l’atteggiamento che il personale medico e paramedico coinvolto nella ‘piccola’ vicenda viennese mostra nei confronti delle cavie da esperimento che hanno avuto la sfortuna di finire sotto le loro grinfie illustra come tutti i crimini di guerra di quel periodo siano stati determinati in larghissima parte da un’ideologia condivisa. Il diverso, il meno abile, il non perfetto né perfettibile non ha nessun diritto di vivere e di ricevere l’aiuto della società. Fedeli a questi criteri deliranti, i vari medici che si sono susseguiti alla guida dell’istituto durante la guerra hanno messo in atto un programma di eutanasia mirata che tendeva ad eliminare i soggetti, non prima di avere sperimentato su di loro con gli strumenti della medicina di allora, ogni genere di assurda teoria razziale e nosografica. Il personale paramedico non è da meno; più vicino ai bambini, le infermiere non si lasciano intenerire: sono bambini cattivi e meritano punizioni e, alla fine, anche la somministrazione di medicinali che, in piena consapevolezza, avrebbero portato alla morte. Steve Sem-Sandberg è bravo a ricreare le personalità e la mentalità di questi carnefici attraverso la vita nell’istituto di Adrian Ziegler, un bambino che giunge a Spiegelgrund all’età di dieci anni, e riesce ad arrivare vivo alla liberazione dell’armata rossa nel ‘45. Le torture – non c’è altra parola per descrivere quello che hanno fatto i nazisti a questi bambini – sia fisiche sia psicologiche inferte a Adrian e ai suoi amici valsero ai responsabili che fu possibile rintracciare e porre sotto processo varie pene, dalla detenzione alla morte.
Un romanzo storico di assoluto valore, per confermare che i volonterosi carnefici di Hitler non hanno lasciato in pace nulla, perché tutti e tutto dovevano essere inclusi: a maggior ragione chi non si poteva difendere.

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