Recensione: Paola Mastrocola, L’esercito delle cose inutili, Einaudi

Paola Mastrocola, L’esercito delle cose inutili

Einaudi, pp. 210, euro 17.50

Raimond è un asino che dal ciglio della strada viene accolto nel paese delle cose inutili; Guglielmo è un bambino timido di undici anni che frequenta la scuola media. Tra i due – siamo in una favola – nasce un rapporto epistolare quando i genitori di Guglielmo regalano al figlio l’adozione dell’asino. Questa ‘cosa inutile’ sarà importante per la vita di Guglielmo?; e i genitori, che continuano a proporre ai figli cose inutili, sapevano dell’utilità dell’inutile? E le cose inutili accettano passivamente il loro status o vanno alla ricerca di un senso tutto loro?

Per avere una risposta a queste domande retoriche non vi resta che leggere l’ultima piacevole opera di Paola Mastrocola, autrice che già dal suo primo libro vincitore del premio Calvino ci ha abituati ad un registro tra il fantastico e il metaforico, lo strumento migliore par parlare, senza parere, della realtà.

Un esercito di cose inutili, appunto.

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