Recensione: Philipp Mayer, Ruggine americana, Einaudi,

Philipp Mayer, Ruggine americana
Einaudi, pp. 388, euro 13.50
Traduzione Cristina Mennella
 
Negli intenti questo libro parrebbe un romanzo di formazione. I protagonisti principali sono infatti due giovani, 19 anni entrambi, rimasti bloccati nella piccola città di Buell, Pennsylvania. Amici al college, l’uno opposto all’altro per fisico e passioni, non sono stati in grado di compiere la scelta che li avrebbe spinti lontano dalla città natale verso il mondo. Poe è un atleta, sarebbe potuto andare all’università beneficiando dell’interessamento della squadra di football; Isaac invece è un piccoletto, bravissimo a scuola e portato per le materie scientifiche, ma sua madre si è suicidata e il padre è bloccato in casa su una sedia a rotelle. Neanche lui ha potuto scegliere, come ha invece fatto la sorella Lee. Dopo quattro anni dalla partenza della sorella però, Isaac è arrivato al punto di non reggere più la situazione; ruba 4000 dollari al padre e inizia una fuga verso la California, cercando di coinvolgere l’amico.

Ma lo sviluppo non è una storia a due on the road attraverso l’America povera, niente di così scontato. I nostri dovranno separarsi e le loro vicende ci verranno raccontate in modo molto articolato coinvolgendo gradualmente tutti i personaggi centrali nelle loro vite; la madre di Poe, Grace, che vive con la costante preoccupazione per il destino del figlio; il poliziotto della cittadine, Harris, angelo custode di Poe per via del suo amore per la madre. E la sorella di Isaac, che torna al paese lasciando temporaneamente il ricco marito per una ‘rimpatriata’ con Poe, il suo primo amore, mentre cerca di aiutare il fratello verso il quale si sente un po’ in debito per avergli affibbiata tutta la responsabilità del padre infermo.
Il libro nel complesso è piacevole, ben costruito, anche se manca della spontaneità del romanzo di formazione scivolando naturalmente verso il romanzo di costume, con la centralità accordata al modo tutto americano con cui i personaggi regolano le questioni con la giustizia. Non c’è una soluzione radicale, come la giovane età dei due protagonisti richiederebbe, ma quella che potremmo chiamare una soluzione-tampone, che lascia il tutto ancora passibile di ogni sviluppo. 
Uno sviluppo condizionato dalla ruggine?

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