Recensione: Douglas Coupland, Generazione A, ISBN

Douglas Coupland, Generazione A

ISBN, pp. 391, euro 15

Traduzione Marco Pensante

Deludente il quarto episodio della nuova collana di ISBN, gli Special Books, libri corposi ad un prezzo sensato. E’ vero che il livello raggiunto con Skippy muore era difficile mantenerlo; si resta comunque male quando si arriva alla fine di un libro che non sembra né carne né pesce.

Cinque giovani sparsi per il mondo vengono punti da un’ape e, ciascuno separatamente, raccontano quello che succede dopo la puntura; ovvero che vengono sequestrati da non meglio precisati corpi speciali che vogliono scoprire perché proprio loro sono stati punti da insetti che si supponeva si fossero estinti cinque anni prima. Man mano che la storia procede, si scopre che siamo in un futuro prossimo e, in maniera confusa, ci viene spiegato che esiste un farmaco/droga, uno di quelli legalizzati per intenderci, che fa passare il tempo più in fretta, che non fa avvertire il peso di vivere. I cinque sono stati sequestrati perché il loro organismo, il loro cervello in particolare, produce una sostanza che è antagonista della droga e quindi ha attirato le api. Con un salto narrativo ingiustificato i cinque sono liberati, fanno un bagno di folla, e vengono poi riprelevati per essere portati su di un’isola dove vive l’ultima popolazione esente dal Solon, questo è il nome della droga. Li porta su quest’isola il capo della malvagissima organizzazione che sta dietro a tutto ‘sto casino, Serge. Serge si finge interessato a loro ma i nostri non ci cascano e, raccontando storie, che pare essere la capacità specifica di chi è in grado di restare esente dagli effetti del Solon, giungono a scoprire la verità; e a fregare Serge che era in effetti il più drogato di tutti e voleva solo mangiarsi il loro cervello, il più potente dispensatore di Solon della Terra. Il libro finisce con i cinque soli sull’isola perché hanno sviluppato una comunanza perfetta tra di loro nutrendosi del surrogato dei loro cervelli che Serge era riuscito a produrre prima di morire. Nulla è dato sapere di quello che sta succedendo nel resto del mondo. Hari, uno dei cinque, chiude il libro dicendo di sperare nelle api.

Claustrofobico e gratuito, questo libro mette insieme, in maniera peraltro pasticicona, i classici della distopia, dal Mondo Nuovo di Huxley a Farheneit 451 con i romanzi degli anni ’70 ambientati in mondi che languono per la dissennatezza ambientale del genere umano; e che, come questo, si risolvono con la visione molto new age e pacificante, della salvezza nell’unità.

La generazione A, frase presa a prestito da Kurt Vonnegut, è la generazione del nuovo inizio, la generazione dell’inizio di “una serie di trionfi e fallimenti spettacolari”; ma questo libro non è nemmeno un fallimento spettacolare, è un fallimento così così. Anche nelle sue speranze Kurt Vonnegut era più grande della realtà.

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