Philip Oakes, Fede Catodica, Calypso

Philip Oakes, Fede Catodica
Calypso, pp. 251, euro 12.50
Traduzione Guido Calza

Non ho mai potuto soffrire le trasmissioni televisive di stampo nazional-popolare. Le discussioni attorno alla natura dell’acqua calda fatte da emeriti ignoranti, o i tristi spettacoli di autopromozione – tipo corrida – che la gente comune mette in atto per credere di essere qualcuno, beh, non li sopporto. Eppure queste trasmissioni sono un ottimo investimento per le reti commerciali: costano poco e sembra interessino a tutti. Quando James Paramor, regista della Società, propone al suo capo di fare una trasmissione basata sulla perdita della fede da parte dei giovani, animata da discussioni dal vivo e da improbabili eventi miracolosi, mr. David Duncan – DD per i sottoposti, moglie compresa – fiuta l’occasione, soprattutto visto che James è scortato dalla bella segretaria, Fiji Bell.

Con la rapidità che pare essere il tratto dominante della produzione televisiva, DD dà carta libera a James affiancandogli un consigliere ‘spirituale’ ovvero un prete, mr. Bonney. Costui, un mezzo invasato come si capisce in breve, tramite un annuncio sul giornale recluta tutti quelli che credono di essere testimoni di un miracolo.

Intanto Victor, un ragazzo che ha perso i genitori a dieci anni e che gode di scarsissima popolarità a scuola, scopre di essere in grado di levitare. Manda la lettera alla casella postale del programma e resta in attesa.

Su di un terzo fronte, il fratello del prete, Roger Bonney, è capitano di ventura in Africa dove viene, ahi lui, fatto prigioniero dai ribelli. Intanto James prosegue la sua vita, assillato da un programma che non sa ancora bene come fare e da una ex moglie che lo rivuole a casa per il bene dei figli, oltre che del suo. Però la visione di Victor che si alza da un lettino bianco, cambia tutto.

I tre piani della vicenda confluiranno in un finale niente affatto prevedibile, che però non posso svelarvi dato che proprio la rivelazione finale arricchisce di significato quella che potrebbe essere semplicemente una storiella gradevole, divertente e scritta bene senza nulla da dire oltre se stessa. Invece, alla fine della storia, potrebbe capitare che vi chiediate se di fronte ad un innegabile miracolo reagireste come i discepoli di Gesù o con il malinconico scetticismo di chi è cresciuto a pane e tubo catodico.

Abbiate fede.

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