Recensione: Steve Yarbrough, Il regno delle ultime possibilità

Steve Yarbrough
IL REGNO DELLE ULTIME POSSIBILITÀ
Edizioni Nutrimenti, pp. 283, € 18
Traduzione di Veronica La Peccerella

Cal e Kristin si spostano dalla California al Michigan; in Americana, se perdi il lavoro, ti sposti dove ne trovi un altro. Lei lavora da amministrativa all’università, lui è disoccupato ma sistema la casa che hanno comprato. Due persone con vite normali apparentemente, ma che celano a se stesse e al proprio compagno – o almeno credono – una lunga serie di delusioni. Ne esce una storia non proprio entusiasmante, dove il tratto dominante mi pare sia la costante perdita di speranze per il futuro. Uno dei protagonisti che emergono dal paesino, Matt, racconta in un breve squarcio della sua passione per un racconto breve di Richard Yates, l’autore di Revolutionary road. Il regno delle ultime possibilità – che non si avverano mai, ma anzi vengono costantemente deluse e tradite – pare proprio un omaggio al best seller degli anni ‘60 che racconta la cruda realtà della provincia americana. Due romanzi quasi veristi, in un certo senso, che proprio dal verismo traggono i propri punti di forza, ma anche i propri limiti.
Lettore avvisato, mezzo salvato.

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