Recensione: Moira Pearce, Tramonti

Moira Pearce
TRAMONTI
Edizioni Elliot, pp. 254, € 18,50
traduzione Daniela De Falco

I libri devono fare riflettere il lettore su ciò che avviene intorno a lui. Se nel 1968 Updike pubblicò Coppie, provocando grande scandalo e una divisione manichea tra chi osteggiava l’ostentazione della libertà sessuale e chi invece la promuoveva, ciò fu grazie al fatto che il terreno sociale era pronto a recepire tali esplicite rivelazioni.
La sconosciuta autrice di questo romanzo, che risale al 1960, non poteva certo avventurarsi in descrizioni tanto dettagliate quanto quelle del più celebre scrittore, ma nella storia degli amici di Medusa nella piccola cittadine di Leicester, Massachusetts, possiamo trovare un’incubazione dei temi che saranno poi sviluppati dai grandi della letteratura americana del secolo scorso. Medusa è la protagonista sotterranea di tutta la vicenda che parte, appunto, dal suo funerale. Medusa muore improvvisamente lasciando solo il marito Harold, da poco colpito da un lieve ictus. La sorella di Harold torna in paese per vedere cosa fare. Ci sono poi una ex fiamma di Harold, Betty, e varie coppie che sono legate tra loro e con Medusa. In breve veniamo a conoscere la trama di amicizie, rivalità e invidie che animano il paese e su questa trama restiamo per tutto il romanzo, senza mai però che ci sia un vero e proprio momento catartico che liberi i protagonisti dalla gabbia in cui vivono. I protagonisti di questa vicenda, che vivono stancamente il tramonto della propria vita, rappresentano l’alba di una letteratura che da lì a poco cambierà il modo di vedere il mondo.

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