Recensione: Alan Pauls, Il passato

Alan Pauls
IL PASSATO
Edizioni Sur, pp. 599, € 20,00
Traduzione Tiziana Gibilisco

L’autore di questo notevole romanzo ha un notevole riscontro nella sua patria d’origine, che è l’Argentina, che è una nazione che ha donato al mondo un autore altrettanto notevole, Jorge Luis Borges, uno dei quattro grandi del novecento, uno di quei quattro che chiunque voglia capire qualcosa di letteratura deve leggere, uno che Alan Pauls ha sicuramente letto, tanto che la Sur ha pubblicato prima di questo il suo Fattore Borges,
un libro guida all’interno della sterminata bibliografia borgesiana, e che per certi aspetti ci troviamo anche in questo romanzo fiume, un romanzo che racconta la tormentata storia d’amore tra Rimini, che bisognerebbe scrivere con la prima i accentata ma che io, non sapendo dov’è il carattere, lo scrivo come fosse la città, mica muore nessuno no?, e Sofia, una coppia formatasi nella prima giovinezza dei due e sformatasi dodici anni dopo, senza però che Sofia capisca che si è sformata, nel senso che continua ad essere innamorata di Rimini, che però cerca altre soluzioni affettive, e mentre cerca soluzioni affettive è come tormentato da un residuo del passato, che sono i lavori di Riltse, un pittore inventato dall’autore in omaggio ad un personaggio effettivo della Recerche, che è un libro scritto da Proust, un altro dei quattro che dicevo prima, ed è molto borgesiano il modo in cui Pauls racconta la vicenda di un quadro di Riltse come fosse un personaggio reale, una vicenda roccambolesca che condiziona la vita e l’amore di Rimini, e che modifica il registro interpretativo di un libro che, iniziato come una banale storia d’amore, si trasforma in un omaggio all’alta letteratura.

Notevole

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