Recensione: Garth Risk Hallberg, Città in fiamme, Mondadori

Garth Risk Hallberg, Città in fiamme
Mondadori, pp. 997, euro 25
Traduzione Massimo Bocchiola

La città in fiamme cui si riferisce l’autore è ovviamente New York, ombelico metaforico e immaginario di gran parte della produzione artistica dell’occidente. In particolare, New York andò in fiamme la notte del 13 luglio 1977 quando, a causa di un guasto ad una centrale elettrica, l’intera città piombò in un black out. La metropoli viveva condizioni sociali non delle più rosee, e la popolazione reagì al temporaneo disagio collettivo con una sommossa che provocò danni generalizzati e l’intervento della pubblica sicurezza. Questo dato di fatto storico è la cornice reale in cui l’autore pone fine alle vicende della famiglia Hamilton-Sweeney che abbiamo seguito dall’inizio del romanzo.

William è il figlio maggiore del fondatore. Il suo pessimo rapporto con il padre ha provocato il suo auto esilio; il compagno di William, Mercer, cerca di riallacciare i rapporti e l’ultimo dell’anno del 1976 si reca ad una festa all’abitazione della famiglia. Quando esce, poco dopo mezzanotte, un rumore lo insospettisce e, tra i rovi, trova una ragazza, Sam, cui è stato tirato un colpo in testa. Chiama l’ambulanza e la ragazza viene trasportata, in coma, all’ospedale.
Questo è solo l’inizio di una storia che non lesina certo quanto ad complessità. Lasciamo come ovvio al lettore il compito di districare tutti i fili che legano queste persone, più innumerevoli altre, limitandoci a segnalare la passione di due outsider, il giornalista Richard Groskoph che cercherà di ricostruire la vicenda di Sam, il percorso che ha portato lei, figlia del più importante artificiere di New York, mr. Cicciaro, ad essere fuori dalla residenza di una famiglia così influente la notte di capodanno; e la sua vicina di casa, la bella Jenny, delusa femminista che cerca di sopravvivere tra un lavoro deprimente e uomini insoddisfacenti.
Un buon romanzo , estremamente curato e dettagliato, sia nella scrittura sia nella forma editoriale; oltre alla città, che andrà effettivamente in fiamme la notte fatidica, tutti i personaggi paiono costantemente in bilico, costantemente sul punto di esplodere e non tornare più indietro. E come la città alla fine vedrà riattivate le sue fonti di energia, così le vite dei protagonisti proseguiranno conservando il ricordo del fuoco di quella breve stagione.

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