Venerdì 7 febbraio: incontro e degustazione con Francesco Guccione

I VENERDI’ DEL VINO
INCONTRO CON IL PRODUTTORE E DEGUSTAZIONE  DEI VINI DI FRANCESCO GUCCIONE.

Continuano gli incontri, con cadenza più o meno mensile, con i produttori dei nostri vini. Avrete modo di conoscere il territorio, i vitigni e le scelte produttive di alcuni grandi vignaioli italiani.

Nel corso delle serate focalizzeremo l’attenzione sulla degustazione dei vini e sulla conversazione diretta con il vignaiolo.

QUINTO APPUNTAMENTO:
VENERDI’ 7 FEBBRAIO 2014 ore 20.45 – necessaria iscrizione

img_0174-e1338189790774Incontro-degustazione con

FRANCESCO GUCCIONE
DELL’OMONIMA AZIENDA AGRICOLA DI MONREALE (PA)

Durante la serata, che sarà guidata dallo stesso Francesco, vi proporremo i vini dell’ultima produzione a confronto con annate  più vecchie.

Per partecipare alla serata è necessaria la prenotazione fino ad un massimo di 24 partecipanti.

Prenotazioni allo 035.290.250 oppure giovanni@spazioterzomondo.com

Il costo di partecipazione è di € 20

FRANCESCO GUCCIONE E I SUOI VINI COSI’ COME CE LI HA RACCONTATI:

Il blog di Francesco: http://francescoguccione.wordpress.com/

I VINI:
PERRICONE
Il Perricone è uva soltanto nostra, della Sicilia occidentale.Lʼidea di vinificare il Perricone in purezza, in una viticoltura naturale in cui sarebbe emersa tutta la verità di questʼuva mi è sempre interessata, in fondo siamo pochissimi a farlo. Era un vitigno della sicilia occidentale che si andava perdendo, utilizzato per lo più per il marsala rubino o in uvaggi per dare corpo ai vitigni a cui veniva associato. Ma da solo che risultato poteva dare? Ecco un vino spigoloso per noi siciliani, con un colore equilibrato, un volume contenuto dallʼausterità, un frutto non scontato, unʼespressione decisa, ma fine ed elegante. Equilibrio androgino di caratteri maschili e femminili. Eʼ anche unʼuva che guarda al mare con toni iodati che si innestano bene sui caratteri più ʻfreddiʼ del vitigno. Nel 2012, annata di calore straordinario, è venuto fuori un Perricone ricchissimo di profumi e di concentrazione dove i caratteri più austeri sono stati contenuti dalla ricchezza del frutto.

NERELLO MASCALESE
Il Nerello mascalese è unʼuva che viene dalla zona di Catania, piana di Mascali, e che si era diffusa un poʼ in tutta la Sicilia anche per la sua capacità di conferire eleganza e tannino alle altre uve a cui si associava. Sicuramente ha bisogno di altitudine e clima fresco per esprimersi al meglio, e Cerasa è in grado di offrirglieli. Essendo il Nerello un uva più delicata, che ricorda il pinot nero, deve essere giocato in finezza e la macerazione è più breve rispetto al Perricone proprio per preservare maggiormente lʼintegrità del frutto. La rottura del cappello viene fatta con una follatura manuale e nel caso del Nerello lʼattenzione allo stato delle vinacce e alla loro estrazione è fondamentale per garantire lʼequilibrio che cerchiamo. Seguo da vicino questa evoluzione per decidere il momento della svinatura che difficilmente è lo stesso di anno in anno.Il 2012 ha dato però vita ad un Nerello come mai mi era capitato di vinificare, in cui i tradizionali caratteri freddi ed eleganti che si ritrovano normalmente in questi vini, lasciano il posto ad un annata giocata più sulla struttura e l’avvolgenza. Un vino davvero fuori dall’idea ordinaria che ne abbiamo se conosciamo solo quelli della zona etnea.

ROSSO DI CERASA
Quando abbiamo piantato il nerello, volevo ricomporre la situazione originale delle aziende del palermitano che avevano entrambi Nerello e Perricone. Si pensava di ripartire da una tradizione per rileggerla con strumenti diversi. Quando ero piccolo, ricordo queste viti di Nerello e Perricone maritate, piantate da mio nonno, che avranno avuto almeno sessantʼanni. Mi sembravano lì da sempre a guardia della terra. Vinificarle assieme era quindi una tradizione di Cerasa è ho voluto riportarla in vita. Ciascuno dei due vitigni collabora ad esaltare l’altro in una di quelle alchimie virtuose che il vino sa creare. I tannini eleganti e la finezza del Nerello si maritano perfettamente con la ricchezza di colore e la vena autorevole del Perricone. I vini monovarietali sono sempre estremamente didattici, importanti perchè ci fanno capire un uva e l’apporto ‘alfabetico’ che può dare ai vini, ma gli uvaggi mettono in campo il predominio di un terroir che emerge a dispetto delle singole varietà, e in realtà come le parole sono molto di più che le somme di lettere di alfabeto, in un vino come il Rosso di Cerasa le somme dei singoli vitigni non valgono, valgono gli equilibri interni delle diverse uve che devi essere capace di comprendere ed interpretare.

CATARRATTO

Ecco una varietà bianca classica della Sicilia che però a suo modo porta quei caratteri di finezza che andiamo sempre a cercare nei vini. Eʼ unʼuva elegante, con una sua delicatezza aromatica e una presenza di profumi importante, ha un carattere deciso ma non giocato sulla forza. Era una delle varietà che storicamente si piantava in questa zona perchè sapeva resistere alle temperature elevate senza perdere queste qualità nobili, bruciandole verso toni estremi. In questʼuva la gradazione di partenza è molto contenuta e ha una acidità inferiore rispetto al Trebbiano che la rende molto adattabile al palato, ma ha anche una maggior caratterizzazione varietale che ci permette di giocare di più sulle macerazioni. A Marsala il Catarratto ha un ruolo mitigante, rassicurante e femminile. A Cerasa quest’uva ha uno sguardo rigoroso, virile. E’ dietro quest’espressione salda, che bisogna cercare. Attentamente. Rovistando nel bicchiere ricostruiamo il paesaggio, assembliamo i tasselli diuna storia. Il colore, ricco e luminoso, parla d’infusione. Dietro ogni olfazione ritroviamo il calore dell’annata, le rughe dei terreni in estate, la frutta sugosa. Chiudendo gli occhi e deglutendo apriamo un sentiero che parte dal territorio e arriva in fondo all’uomo. La singolarità della presa tannica, il ricordo della varietà, la lunghezza delle percezioni, creano un moto ondoso, ed è difficile tirarsene fuori.

TREBBIANO

Il Trebbiano è unʼ eredità che mi sono trovato e rappresenta la parte più cospicua dei vigneti. Era stato piantato 25 anni fa da mio padre in selezione massale, quando ancora non si vinificava, ma quando si era capito che era necessario avere varietà più eleganti che alleggerissero il carico del varietale presso le cantine che vinificavano e a cui si vendevano le uve . A questa varietà siamo molto legati perchè è un pezzo di identità della famiglia e della zona, ma anche perchè è la dimostrazione che le cose si possono cambiare. Il Trebbiano è così diffuso che può voler dire tutto o niente. Se lo sai interpretare, questo vitigno può diventare un uva di eleganza, di qualità e di identità. Ho sempre creduto che il Trebbiano vinificato in legno grande potesse darmi struttura e finezza. Avevo in mente modelli ambiziosi e spiazzanti, pensavo a vini del nord, alla Borgogna, volevo un certo accento che ricordasse altri luoghi oltre la Sicilia, ma senza lʼeccesso di grassezza e aromi data da gradazioni elevate e legni piccoli. Su un uva così duttile bisognava lavorare in finezza e lʼidea di un Trebbiano in purezza in Sicilia era già di per se una sfida che si aggiungeva a quella di uscire dallo stereotipo del bianco siciliano. Il 2012 ha dato un vino con un leggero residuo zuccherino che infonde una dolcezza languida su una finezza e un eleganza difficile da ritrovare in un annata così calda.

Venerdì 7 febbraio 2014 ore 20.45
presso Spazio Terzo Mondo 
Via Italia 73 – 24068 Seriate (BG) – Tel. e Fax 035/290250
info@spazioterzomondo.com – www.spazioterzomondo.com

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