Recensione: Jess Walter, La vita finanziaria dei poeti, Guanda

Jess Walter, La vita finanziaria dei poeti
Guanda, pp. 305, euro 18
Traduzione Elisa Banfi
Com’è facile immaginare, il vero poeta avrà una vita finanziaria estremamente dissestata, ché non si preoccupa del vil denaro. Ed in effetti, il protagonista di questo romanzo parrebbe un vero poeta, per quanto riguarda il non preoccuparsi di. Infatti, investe tutta la sua liquidazione, ottenuta licenziandosi da un giornale, in un sito economico-poetico, poetfolio.com. Com’è facile immaginarsi, è un disastro; dopo sei mesi chiude e torna, coda bassa, al giornale che però, dopo altri sei mesi, lo licenzia definitivamente. A questo punto noi, lettori, entriamo nella vicenda. Matt – questo è il nome del protagonista – ha ricevuto l’avviso della prossima scadenza del prestito contratto per acquistare la casa che la moglie Lisa ha sempre desiderato e che ora lui, disoccupato, non è più in grado di garantirle. Gravato dai pensieri, Matt esce per andare a prendere il latte e, per caso, incontra Jamie e Skeet, che lo introducono nel redditizio mondo dello spaccio della droga.
A questo punto la vicenda si sviluppa, in maniera un po’ incerta, tra i tentativi di Matt di tenere vivo il matrimonio – Lisa ha una relazione con Chuck – e di ricavare soldi dalla droga. In questo si inseriscono svariati personaggi, dal coltivatore in casa di marjuana al poliziotto burbero ma buono per portarci, tutti insieme, ad un finale aperto in cui Matt si toglie dal traffico illecito e riesce a conservare un canale di comunicazione con Lisa.
In definitiva, pur lasciandosi leggere il romanzo non convince fino in fondo; il lieto fine è un po’ artefatto, la poesia è messa dentro un po’ forzatamente e vi è un calcolo un po’ troppo smaccato per farci arrivare dove lo scrittore vuole portarci; fatte le dovute considerazioni, questo romanzo ci mostra l’incredibile vita di un poeta illuso che non esiste più.
Tutti sanno che anche i poeti – e gli scrittori di romanzi – devono fare i conti col denaro.

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