Recensioni: Bill James, Protezione, Sellerio.

Bill James, Protezione
Sellerio, pp. 324, euro 13
Traduzione Alfonso Geraci

Questa volta Iles e Harpur sono alle prese con un rapimento; ma, dato che la vittima è il figlio ritardato di un boss della mala, le cose si svolgono in modo un po’ diverso dal solito. Anzitutto non c’è la denuncia, poiché il rapimento è la risposta all’azione di forza che Tenerezza, il padre del bambino rapito, ha compiuto ai danni di Ivor, capo della gang rivale nel servizio di protezione imposto alle attività commerciali. Quindi l’indagine che Harpur inizia, su indicazioni del suo informatore, non sono autorizzate; le cose si complicano quando Ivor viene trovato ucciso dalla polizia – noi lettori sappiamo che ad ucciderlo sono stati Tenerezza e la sua banda – ma il bambino non viene trovato. Gli altri tre membri della banda di Ivor restano nascosti tentando il ricatto. Ma Tenerezza non ha soldi a sufficienza. Allora, succube delle pressioni della moglie e del timore di perdere tutto, accetta di fare un ‘lavoro’ che non rientra nel suo ramo di attività: una rapina in banca. L’obiettivo viene stabilito dietro indicazione di un agente appena andato in pensione, ex confidente della banda, ora sottoposto ad un’indagine interna.

I fili tirati sono molti, ma con la capacità già dimostrata nel precedente Confessione, Bill James (pseudonimo per James Tucker) ci riporta nel mondo della malavita in modo estremamente credibile. La costante ironia che serpeggia nelle parole dei protagonisti è il frutto di una precisa scelta stilistica, che rende assolutamente piacevole e distensiva la lettura di queste trecento e passa pagine.

Il signor Tucker in un’intervista dichiara che il suo scopo nello scrivere i libri è fornire al lettore lo spunto per tre sonore risate; e magari anche per un occasionale brivido di paura.

Ecco un artigiano che si può vantare d’aver raggiunto in pieno il suo obiettivo.

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