Vanni Codeluppi, Il potere del consumo, Bollati Boringhieri

Vanni Codeluppi, Il potere del consumo

Bollati Boringhieri, pp. 128, euro 9.50

 

Chiediamoci per un attimo cosa significa mercificazione della società, che è l’esplicito sottotitolo del libro.

 Significa che le regole che consentono ai membri della società di costituirsi in un organismo unitario non sono più di tipo familistico o etico ma esclusivamente mercantile. In altre parole, il fare parte della società è determinato esclusivamente dalla propria capacità di consumare.

La creazione dei consumatori è ormai una necessità primaria del mercato. Occorre avere costantemente nuovi consumatori per seguitare ad espandersi. L’unico modo sicuro per costringere l’uomo a consumare è non dargli alternativa al consumo come mezzo per la costruzione dell’identità.

Quindi ogni settore della vita pubblica e privata deve essere ridotto a mercato.

Si va così dalle scuole americane che stipulano con le tv via cavo contratti che obbligano a 12 minuti quotidiani di proiezione a scuola con pubblicità inclusa, alla modificabilità dello stesso corpo umano, apparentemente l’ultimo baluardo contro il mercato. Il corpo diviene oggetto ottimizzabile per adeguarlo agli standard di compravendita della società contemporanea. Non parliamo poi di arte, politica, sport e sesso, tutti settori nei quali ormai il mercato la fa da padrone.

Codeluppi compie un viaggio attraverso questo fenomeno, ne individua alcune cause ma non fornisce antidoti, perché forse non ce ne sono. Il fenomeno è spiegabile a livello di tendenze di massa. L’antidoto può essere solo una risposta individuale o di piccoli gruppi.

 L’unica risposta che noi, come lettori e consumatori, possiamo fornire, è incitare allo sviluppo di un atteggiamento critico nei confronti delle sollecitazioni del mercato. Un atteggiamento critico che conduca alla presa di coscienza di sé, che permetta di discernere tra ciò che serve alla ‘cura dell’anima’ e ciò che è ridondante. Perché l’anima necessita di poche cose, ma specifiche all’opposto del mercato, che spinge a desiderarne molte, e generiche.

La prese di coscienza di sé si avrà quando si sarà in grado di rifiutare “la logica tipica del mercato, dove tutto viene mescolato senza differenziazione” (p. 50).

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *