Recensione: Thomas Piketty, Capitale e ideologia

Thomas Piketty
CAPITALE E IDEOLOGIA
Edizioni La nave di Teseo, pp. 1176, € 25
traduzione Lorenzo Matteoli e Andrea Terranova

La lettura, difficoltosa e impegnativa, dei libri di Piketty è ripagata ampiamente dall’emozione che si ricava leggendo quello che è senza ombra di dubbio un illuminista convinto in un’epoca che sta cercando di seppellire il progetto politico di uguaglianza portato avanti dall’illuminismo. Dopo il colossale Il capitale nel XXI secolo, ove in sintesi analizzava il modo in cui il capitalismo aveva reagito ai moti di opposizione partiti con la fine della prima guerra mondiale e protrattisi fino a fine anni ‘70, in questo altrettanto colossale lavoro cerca di capire e fare capire al paziente lettore come la reazione vittoriosa del capitalismo si basi sull’accettazione di un’ideologia:

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Recensione: Thomas Piketty, Il capitale nel XXI secolo

Thomas Piketty
IL CAPITALE NEL XXI SECOLO
Edizioni Bompiani, pp. 928, € 22
traduzione Sergio Arecco

Il libro di Piketty nasce dall’osservazione dei fatti e dal bisogno di difendere un’idea di senso comune che è stata nascosta dall’affermazione del capitalismo finanziario. Ecco l’idea: redditi alti e capitali consistenti in mano ad una minoranza di persone, fatti abbinati ad un rallentamento della crescita, non servono all’affermazione di una società democratica. Il senso comune, purtroppo, è andato smarrito nel corso degli anni e quindi è inutile riferirsi ad esso; può essere comunque una buona base da cui far partire il discorso di Piketty.

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