Paul Virilio, L’università del disastro
Cortina, pp. 155, euro 16.00
Traduzione Laura Odello
Un tempo comprendere era l’arte delle arti.
Adesso non basta più, bisogna indovinare.
Baltasar Gracian, cit., p. 119
L’impressione costante leggendo Paul Virilio è quella di un negativismo all’eccesso che però coglie nel segno. Mi spiego meglio. Virilio sembra avere abbandonato del tutto quella fiducia nella ragione che costituisce, secondo me, il punto d’identità forte dell’intellettuale postmoderno che voglia ancora definirsi tale. Solo seguendo i dettami di una ragione in essenza, ovvero qualitativa e quantitativa insieme, è possibile intravedere ancora una possibilità per la nostra Terra; ma il punto dolente sta proprio qui, ovvero nel fatto che la maggior parte dell’intellighentia si è lasciata irretire dai meccanismi del potere, dalle lusinghe del potere, che aveva tutti gli interessi a promuovere una visione della realtà che fosse solo quantitativa, numerica.