Recensione: M. Benasayag e B. Cany, Corpi viventi

Alcune importanti considerazioni sulla vita dell’uomo d’oggi attraverso le parole di uno degli autori de L’epoca delle passioni tristi, un libro che, uscito all’inizio del XXI secolo, ha ancora molto da dire.

Miguel Benasayag e Bastien Cany
CORPI VIVENTI
Edizioni Feltrinelli, pp. 264, € 22
Traduzione di Eleonora Missana

“In questo libro porteremo avanti l’elaborazione di un’ontologia fenomenologica (…) che non soltanto non si incentra sulla ricerca delle origini, di qualunque tipo siano, ma rinuncia anche a qualsiasi nozione di un principio primo, motore immobile o punto alfa” (p. 57). Questa espressione d’intenti dovrebbe già chiarire dove va a parare questo libro. Esso si pone nel solco della filosofia più attenta al reale, che ha sempre cercato di salvare l’individuo sia da un eccesso di normatività (c’è una ragione che spiega tutto) sia da un eccesso di aleatorietà (tutto è casuale e nulla ha in fondo senso).

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Recensione: M. Benasayag e G. Schmit, L’epoca delle passioni tristi

Miguel Benasayag e Gérard Schmit
L’EPOCA DELLE PASSIONI TRISTI
Edizioni Feltrinelli, pp. 129, € 7,50
Traduzione di Eleonora Missana

I due autori del saggio in questione si occupano di clinica con minori e adolescenti, soggetti che, secondo loro, sono vittime di quelle che Spinoza chiamava, appunto, passioni tristi. Le passioni tristi contraddistinguono le nuove generazioni. Sono passioni generate dalla perdita di fiducia nel futuro, dal sentirsi impotenti nei suoi confronti, dalla percezione di vivere in un tutto che si sta sgretolando.

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