Recensione: Paola Mastrocola, La memoria del cielo

Paola Mastrocola
LA MEMORIA DEL CIELO
Edizioni Rizzoli, pp. 267, € 19

Come spesso mi è accaduto nel corso degli anni, a partire da La gallina volante, leggere i libri di Paola Mastrcola mi riconcilia con l’ideale della letteratura. Sin dal primo libro, che le valse il premio Calvino, la professoressa di Torino ha proseguito indefessa per la sua strada che cerca, mi pare, nello stesso tempo di inventare storie e raccontare il mondo. Legare la fantasia alla realtà, creando storie che parlano della seconda senza rinunciare alla prima, è lo scopo di molti scrittori. Paola Mastrocola lo fa poi in modo estremamente garbato, rifiutando le invenzioni di mondi violenti – per altro lecite, visto che il mondo reale è violento – ma calando queste storie all’interno di un clima da favola, che però non è una favola. In questo La memoria del cielo la protagonista è Donata, una bambina giunta quasi per caso, ormai insperata, nella vita di Teresa e Vincenzo, una coppia degli anni ‘50. Lui abruzzese, arrivato al nord per lasciare il paese senza prospettive e lei una torinese che scappa da una famiglia assente, vengono scelti dalla potenziale Donata dal cielo; per un dettaglio irrilevante, Donata sceglie Teresa e resterà con la persona più importante della sua vita fino agli undici anni, quando la normale crescita la porterà altrove. Ma il cuore del romanzo, il 99% delle pagine scritte, riguarda proprio quegli anni, gli anni difficili di una famiglia povera, gli anni difficili di una bambina timida, una vita che l’Italia di oggi nemmeno può immaginare; dall’unica stanza dell’appartamento dove madre e figlia passano gli anni guardandosi e lavorando, cucendo i vestiti per le signore bene e osservando i dettagli del mondo adulto, raccontando la propria infanzia e costruendo un passato per la propria maturità, si svolge questo delizioso romanzo. Donata poi piano piano cresce, inizia ad uscire, entra nel mondo degli adulti e questo, renderà la sua memoria del cielo sempre più incerta. Ma questa incertezza fa parte del diventare adulti, e questa tonalità emotiva la si può recuperare solo attraverso le parole di chi scrive e scrivendo ci restituisce la memoria: dal cielo alla terra, con tutta l’eleganza che la bella scrittura può donare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *