Recensione: Fredric Brown, Assurdo universo, Meridiano zero

Fredric Brown, Assurdo universo

Meridiano zero, pp. 188, euro 10

Traduzione Adria Mandrini

E’ oggi molto difficile parlare di fantascienza classica, perché questo mondo non ha più spazi disponibili per visioni alternative della realtà. Così, parlare di Fredric Brown e del suo romanzo, capostipite di una lunga serie di storie in cui il protagonista si trova sbalzato per cause ignote in mondi sconosciuti ove vigono leggi incomprensibili, rischia di essere un’elegia dei bei tempi andati. Non è però mia intenzione rimpiangere i tempi che furono. Chiedo semplicemente a chi voglia leggere questo divertente ed ‘imprevedibile’ romanzo di riportarsi con la mente al 1954, quando venne scritto.

L’uomo non era ancora andato sulla luna, i computer nessuno li aveva mai visti e, benché nessuno avesse idea di cosa potesse succedere domani, c’era in tutti una grande speranza. Una storia quindi, il cui protagonista si trova sbalzato in un mondo parallelo, un assurdo universo, a causa dell’esplosione di un missile lanciato verso la luna ma miseramente ricaduto a terra prima di uscire dall’orbita terrestre, apriva la mente verso possibilità reali. Se poi l’uomo in questione, Keith Winton, scopre che nell’assurdo universo esiste un altro Keith Winton, non molto somigliante in effetti, e che la bella Betty, di cui è perdutamente innamorato sulla terra, esiste anche qui, in una versione full optional, la faccenda si complica. Dovremo seguire tutta l’avventura di Keith per vedere se e come riuscirà a tornare sulla terra.

Lo stile è molto semplice e la trama priva di sorprese, ma bisogna appunto ricordarsi dell’anno in cui fu scritto. Oltre a questo è da segnalare il debito di Sheckley, un altro grande della fantascienza, nei confronti di Brown; due tra i più bei racconti di Sheckley, Pianeta Omega e Scambio mentale attingono a piene mani dalla vicenda di Keith Winton.

Se tanti hanno tratto ispirazione da questa storia, vuol dire che quell’universo non era poi così assurdo; imprevedibile, non riconducibile alle solite esperienze non vuol dire che sia assurdo.

Una lezione di tolleranza.

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