Recensione: Santiago Gamboa, Preghiere notturne, e/o

Santiago Gamboa, Preghiere notturne
e/o, pp. 306, euro 19
Traduzione Raul Schenardi
L’oggetto della preghiera notturna cui accenna il titolo è una donna. L’orante è il console dell’ambasciata colombiana a Nuova Delhi. Tra il console e Juana c’è stata una relazione, ovvio, ma non nel senso che tutti possono supporre. S’è trattato solo, all’inizio, della responsabilità del console verso le proprie funzioni: il fratello di Juana, Manuel, è stato arrestato a Bangkok per traffico di droga. Rischia la pena di morte. In carcere Manuel racconta al console la storia della sua vita. E così veniamo a conoscere la sorella, Juana, legatissima al fratello minore che cercherà di salvare in tutti i modi dalle brutture di Bogotà, città nella quale i due fratelli crescono negli anni bui della dittatura di Uribe.
Come si è arrivati, dalla sonnacchiosa e deprimente Bogotà in cui i due fratelli vivevano uniti, alla minacciosa ed incomprensibile Bangkok, dove Manuel rischia la morte senza sapere dove sia finita Juana, scomparsa anni prima in maniera inspiegabile?
Il nostro narratore, il nostro console, ci racconterà tutta la storia, intrecciandola abilmente alla storia della Colombia ed alle parole, inizialmente incomprensibili, di una misteriosa blogger. Che sia la sorella scomparsa o il referente mitico delle preghiere – ogni preghiera ha bisogno di un referente mitico – spetterà al lettore deciderlo. E se non riuscirà in questo compito, avrà una sola possibilità.
Continuare a leggere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *