Recensioni: Sabina Morandi, Il pozzo dei desideri, Edizioni Ambiente

Sabina Morandi, Il pozzo dei desideri

Edizioni Ambiente, pp. 271, euro 16

Siamo tutti informatissimi sui progressi delle ricerche nel campo delle energie alternative. Negli altri paesi d’Europa e del mondo si stanno facendo grandi progressi nel fotovoltaico, nel solare nell’eolico e via diversificando, ma non in Italia, cocciutamente indirizzata al mantenimento del combustibile fossile come unica strada percorribile. Difficile quindi immaginare cosa succederebbe se tutto il mondo facesse così. La brava Sabina Moranti invece l’ha fatto, e ci presenta i risultati in questo appassionante romanzo che potremmo definire ecologista.

Mara è un ex agente dei servizi che, stanca dell’ambiente violento e insensato, si dà alla libera professione di eco-infiltrata; in altra parole, dietro compenso presta le proprie capacità operative a gruppi ambientalisti che vogliono contrastare le manovre delle grandi imprese sul mercato delle risorse energetiche. Una di queste imprese, la PerItalia alla cui guida nominale è stato posto il giovane e rampante Adriano Arceri, entra nel mirino della PowerDown, una grande agenzia per l’informazione ambientale. Mara si deve infiltrare nell’azienda, sfruttandone la relativa incompetenza informatica, e dal di dentro trafugare i dati che spieghino all’opinione pubblica l’inganno che va avanti da anni.

Questo inganno è un particolare molto reale, che fa del libro qualcosa di più di un semplice divertissment: la questione delle riserve. A detta di molti ricercatori le riserve di combustibile fossile della terra si stanno esaurendo; siamo vicini (per alcuni siamo già oltre) al picco di Hubbert, il momento profetizzato negli anni ’50 in cui metà delle riserve globali sarebbero state consumate. Dopo quel momento la disponibilità inizierebbe a diminuire e i costi, ovviamente, ad aumentare. Ma i petrolieri hanno tutto l’interesse a sfruttare fino all’ultimo giacimenti e strutture costruite per sfruttarli.

Nel romanzo Mara riesce a trafugare i dati, sfruttando un’ovvia seduzione ai danni del povero Adriano, e a renderli pubblici. Questo provoca un collasso del sistema. La notizie dalla prossima fine dei giacimenti – tutte le compagnie li hanno sovrastimati per aumentare il proprio valore in borsa, valore da cui dipendono i benefit dei dirigenti, che sono quelli che hanno fatto le stime: conflitto di interessi, din din – spinge tutti i paesi a chiudere i commerci e le esportazioni. Iniziano a spegnersi le centrali elettriche e le macchine. Intanto che noi leggiamo quello che succede, attraverso brevi squarci molto bene inseriti, prosegue la vicenda tra Mara e Adriano. La seduzione di cui è stato vittima lo pone fuori dai giochi di potere ma lo mette dentro ai giochi della passione. Per lui Mara non è stata un semplice passatempo e si domanda cosa lui sia stato per lei; alla ricerca della risposta la insegue per l’Europa fino a raggiungerla su una sperduta isoletta della Sicilia dove il romanzo vede la sua fine..

Sebbene tutta la situazione sia un po’ improbabile, visto che non arriveremo del tutto impreparati alla fine del petrolio, è pur vero che questa polarizzazione eccessiva serve a far riflettere su quello che succederebbe se. Già negli anni ’70, all’epoca della crisi del petrolio, si erano levate voci preoccupate al riguardo. Ricordo il buon romanzo fantapolitico di Roberto Vacca, La morte di Megalopoli, nel quale si descriveva, anche se con toni più cupi, quello che sarebbe successo a New York se l’energia fosse di colpo finita. La Moranti riprende la struttura generale pur adattandola con notevole capacità ai tempi nuovi e con una scrittura molto curata e sincera ci porta a quello che potrebbe essere il desiderio di molti, in questi anni affollati.

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