Recensione: Bruno Doucey, Non piangere la Grecia

Bruno Doucey
NON PIANGERE LA GRECIA

Edizioni Crocetti | pp. 117 | € 15
Traduzione di Francesco Bruno

Un romanzo, questo, che cerca di trattare allo stesso tempo due drammi: quello storico delle vittime dei colonnelli in Grecia, e quello attuale degli immigrati che fuggono dall’Africa e dal Medio Oriente per approdare sulle isole della Grecia. Una misteriosa coppia di pensionati è su un’isola del dodecaneso e fornisce assistenza ai profughi yazidi, il popolo in fuga dal nord Iran a seguito delle repressioni dello Stato Islamico. Dopo questa apertura ci trasferiamo alla fine degli anni ’60, quando Antoine, un giovane parigino appena tornato dalle vacanze in Grecia dove si è innamorato, viene coinvolto nel movimento di opinione che si oppose al regime dei colonnelli, regime che governò la Grecia dal ’67 al ’74. Nello stesso momento in Grecia i colonnelli prendono il potere e iniziano a deportare gli avversari politici in prigioni poste sulle isole; tra questi prigionieri romanzeschi figura anche il più grande poeta greco del ‘900, Ghiannis Ritzos. Attraverso le sue parole vediamo le condizioni di vita a cui erano costretti i deportati mentre il giovane Antoine viene coinvolto sempre più nel movimento di opposizione ai colonnelli in virtù del suo legame affettivo con la Grecia. Due vicende che inevitabilmente si incontreranno permettendo di capire al lettore chi sono e cosa lega i due anziani che hanno aperto la storia.
Un romanzo storico che non si limita a parlare di storia ma che dimostra come la lotta per i diritti umani lasci una traccia profonda in chiunque vi abbia preso parte: nella culla della democrazia prosegue la lotta degli uomini per i loro diritti.

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