Francesco Abate, Massimo Carlotto, L’albero dei microchip, ed. Ambiente

Fracesco Abate, Massimo Carlotto

L’albero dei microchip

Edizioni ambiente, pp. 230, euro 13

Il genere noir, se fatto bene, permette ancora di parlare dei problemi del mondo reale, che sembrano sparire sotto al flusso incessante di banalità che riempiono gli schermi e le pagine dei giornali. Lo smaltimento dei rifiuti è questione evidentemente di interesse generale. Si fa alla svelta a reclamare maggiore correttezza nell’applicazione delle procedure di legge; quando la quantità di rifiuti da gestire supera un determinato livello, entrano in gioco meccanismi economici che fanno scattare tutti gli squali, legali o meno, presenti sulla piazza.

Kimmi Dou è un militare ONU di stanza in Liberia, che si occupa di controllare il contrabbando nel porto di Monrovia. Le sue capacità operative sono estremamente limitate, visto che il contrabbando è legittimato ai piani alti; ma l’arrivo di un ufficiale, il colonnello Yacobù, pare smuovere qualcosa. Occorre un sequestro significativo, anche solo per far colpo sui mass media.

Intanto a Torino, Matteo, un ragazzino affetto da una lieve forma di autismo, trova in un campo, un albero pieno di carcasse di computer. L’insegnante che lo segue ha un amico nell’arma, e lo chiama. Nicola Einaudi per mantenere i contatti con l’ex compagna di classe, che da molto tempo non vedeva ma che era rimasta nei suoi sogni, inizia le indagini. Non basta però un amore non corrisposto a giustificare un’indagine della finanza. Chiara Rizzo il diretto superiore di Einaudi, ha in mente un piano.

I computer sono stati dismessi da una grossa banca che ha affidato l’incarico a una ditta di comodo. I fili da seguire per rintracciare i responsabili dell’interramento si fanno via via più intricati. Intanto in Africa seguiamo Kimmi Dou che trova una ex miniera in cui le carcasse dei computer provenienti dall’Italia – colonne di camion piene di rifiuti tossici con un alto costo di smaltimento legale, ma che con poca spesa ed alto ricavo possono essere smaltiti illegalmente – vengono ‘lavorati’ da nugoli di bambini operai, ex bambini soldato. Ma in Liberia è tutto corretto, dal punto di vista legale. I nostri due investigatori si troveranno a Torino per tentare di bloccare il trasporto via mare di nuovi rifiuti tossici; ma le navi fermate al largo di Livorno si riveleranno vuote. La bassa manovalanza investigativa è stata sconfitta dalla criminalità organizzata e dalle mosse poco pulite dei suoi superiori.

I compagni di classe di Matteo, che appendono i computer trovati sottoterra all’albero per prendersi gioco di lui e del suo handicap, sono lo specchio di una situazione.

Noir.

 

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