Recensione: Davide Rigiani, Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino

Davide Rigiani
TULLIO E L’EOLAO PIÙ STRANISSIMO DI TUTTO IL CANTON TICINO
Edizioni Minimum Fax, pp. 469, € 19

Se uno si chiedesse cos’è un eolao prima di incominciare a leggere il libro che parla dell’eolao avrebbe già commesso un errore; commettere un errore prima di iniziare a leggere un libro ambientato nel Canton Ticino è un altro errore – partenza due errori – perché si sa che gli svizzeri non sopportano gli errori. Un metodo per evitare gli errori tutto svizzero, almeno della Svizzera che emerge dalla lettura di questo libro, è non farsi domande, andare avanti e non meravigliarsi di niente. Così, quando il piccolo Tullio porta a casa dal bosco un eolao, che somiglia a un bruco geometra ma è grande quasi quanto un pony, la famiglia Ghiringhelli non batte ciglio. E nemmeno Tullio fa tanto caso alla stranezza insita nell’eolao e inizia ad averlo sempre attorno, a casa e a scuola; nemmeno gli altri svizzeri che popolano la storia si fanno delle grandi domande. C’è un eolao, nessun problema, andiamo avanti. E così, come nella Gallina volante della Mastrocola, questo strano animale accompagna Tullio, noi lettori e la famiglia Ghiringhelli attraverso le normali vicende della vita di un anno scolastico, trasformandosi e reagendo alle sollecitazioni dell’ambiente, un po’ cosa e un po’ essere vivente, fino a un’ultima trasformazione, che ne mostrerà la vera natura.
Con una scrittura estremamente inventiva che è valsa all’autore la menzione speciale della giuria del premio Calvino, Davide Rigiani vuole forse mostrare che niente è strano perché ogni cosa desidera solo vivere e trasformarsi, possibilmente senza arrecare danno a chi ha vicino. Un monito, dal Canton Ticino al mondo.

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