venerdì 18 marzo – ore 18.30
PRENOTAZIONE CONSIGLIATA
Spazio Terzo Mondo
presentazione dei vini del GdA vini #45
Azienda agricola Le Vignette
con i produttori
Giuditta Previtali e Luca Compagnoni
A introduzione del nuovo gruppo d’acquisto vini, presenteremo l’azienda Le Vignette di Seggiano (GR) e faremo quattro chiacchere informali con Giuditta e Luca, che ci racconteranno i loro vini. Sarà dunque un’ottima occasione per conoscere una nuova realtà enologica a cui già teniamo molto (conosciamo Giuditta e Luca da molto prima che decidessero di intraprendere questa nuova avventura), degustando i loro vini accompagnati dal salame dell’Azienda Agripiccola del nostro exsocio Giovanni.
Costo a persona: € 5
Per info e prenotazioni:
tel 035290250 / eventi@spazioterzomondo.com
È NECESSARIO IL GREEN PASS RAFFORZATO
L’AZIENDA
La prima volta a Montalcino risale al 2003, la classica “visita a parenti”: ma Luisa e Marino Colleoni non erano solo lontani cugini, erano produttori di vino, amanti e rispettosi del territorio e della vigna, pionieri del vino naturale. Luca si stava avvicinando al vino attraverso corsi e degustazioni: poi la bellezza di questi luoghi, la pace e l’armonia con la natura ci hanno rapito… da allora siamo sempre scesi da Luisa e Marino, più volte l’anno, a vendemmiare, sfemminellare, qualche volta a decespugliare, stralciare e a bere vino buono.
Luca impiegato tecnico in un’azienda meccanica vicino casa, in Val Brembilla, Giuditta ha gestito per anni un negozio di prodotti biologici a Zogno, fino al 2019, quando si è deciso di fare il grande passo: quell’anno abbiamo preso in affitto un piccolo vigneto nel comune di Seggiano, poco distante da Montalcino, e abbiamo fatto il nostro primo vino, guidati in ogni fase da Marino. Abbiamo quindi acquistato una piccola vigna di oltre 70 anni e una cantina completamente attrezzata nel centro del borgo, ed è così partita l’avventura.
Giuditta si è trasferita a Montalcino nel febbraio 2020, lavorando un po’ per Fonterenza, altra azienda vitivinicola molto conosciuta nel mondo dei vini naturali, un po’ per Marino e poi per noi, nelle nostre vigne, mentre a Luca il lavoro in vigna è riservato ai fine settimana, quando da Bergamo raggiunge Seggiano con un viaggio, tra andata e ritorno, di 972 km.
Seggiano è un piccolo borgo in provincia di Grosseto. La sua relativa vicinanza al mare e la contemporanea vicinanza al Monte Amiata (1738 m) danno origine a un microclima molto favorevole alla coltura delle piante di olivo, che generano uno degli olii più famosi e gustosi della Toscana.
La nostra idea è di fare un vino che rispecchi il più possibile il territorio, preservando le varietà che abbiamo nelle vigne (e sono tante). Ad oggi ne gestiamo cinque e relativamente vecchie: 80, 50 e 35 anni. Sono vigne miste: sangiovese (in prevalenza), trebbiano, malvasia, ciliegiolo, canaiolo, riminese e altre di cui ignoriamo ancora l’identità; in tutto forse un ettaro, allevate 4 ad alberello e una a cordone speronato, senza possibilità di usare il trattore: si fa tutto a mano. I terreni su cui si trovano presentano caratteristiche diverse: da un lato la ricca presenza di acqua, argilla e sabbia danno un terreno rigoglioso, ricco; dall’altro roccia e scarsità d’acqua generano una vegetazione tipica della macchia mediterranea.
In vigna facciamo solo 5/6 trattamenti a base di rame e zolfo, tutto a mano e solo fino a metà luglio. La vinificazione dei mosti avviene tramite fermentazione spontanea con lieviti indigeni, senza coadiuvanti né filtrazioni. L’uso della solforosa è limitato a pochi grammi in fase di fermentazione, nei travasi e in fase di imbottigliamento, per proteggere i vini dall’ossigeno. I vini vengono affinati in vecchie barriques per un breve periodo, poi acciaio e bottiglia.
Nel 2020 abbiamo fatto circa 1.800 bottiglie di rosso, nel 2021 due rossi e un bianco per circa 2500 bottiglie. Inoltre abbiamo ereditato dal precedente proprietario della cantina un buon sangiovese 2018 e 2019 da uva biologica certificata, che sarebbe diventato Montecucco DOC: ci è piaciuto e abbiamo deciso di “adottarlo”, battezzandolo Rondò.