Recensione: Don Robertson, La somma e il totale di questo preciso momento

Don Robertson
LA SOMMA E IL TOTALE DI QUESTO PRECISO MOMENTO
Edizioni Nutrimenti, pp. 281, € 19
Traduzione di Nicola Manuppelli

Provate ad immaginare cosa fosse essere un bambino in America nel ‘48. Morris Bird III è il bambino in questione che, dopo avere esordito nella narrativa di Robertson con Il più grande spettacolo del mondo, è cresciuto di 4 anni e ci racconta una giornata molto importante della sua vita, il 21 agosto per la precisione, il giorno in cui gli Indians, la squadra di baseball di Cleveland, sfida la squadra di Chicago per la lotta al titolo. Andrà a vedere la partita con il signor Wysocki, che vive con la sua famiglia dirimpetto a quella di Morris Bird III. Ma farà anche altre cose importanti; una, in particolare, è legata alla nonna. La madre di sua madre ha vissuto con loro fino a due anni prima, ma poi è voluta tornare a Paradise Falls, e lì è stata colta da un brutto male. Ora vive con gli altri figli rimasti a Paradise e sta morendo. Morris Bird III è molto addolorato per lei, ma non sa cosa fare. Si sente anche un po’ meschino, perché ha 13 anni e pensa molto alle ragazze, quelle che lui chiama nella fantasia le sue schiave; in particolare ce n’è una, Julie Sutton, che avrà un ruolo importante nel definire il tono emotivo della giornata. Giornata che, come ogni giornata, inizia dal mattino e Morris Bird III ci viene presentato in maniera esauriente, per poi lanciarlo in avanti, nel percorso di questa giornata, che è definito dalla somma totale dei momenti vissuti.
Don Robertson, meritoriamente riproposto da Nutrimenti, continua con questo libro a dar prova di estrema capacità narrativa unita a una sensibilità e una perizia che è raro trovare in letteratura.

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