GdA vini #38: società agricola L’Acino

Dopo i mesi di lockdown ricominciano i gruppi d’acquisto dello SpazioTerzoMondo: l’appuntamento è con i vini naturali de L’Acino di Dino Briglio Nigro, azienda calabrese di San Marco Argentano che ben conosciamo (ma di cui non ci stanchiamo di promuoverne i prodotti!).
Come sempre è possibile ordinare anche una sola tipologia di vino, e non ci sono minimi d’ordine; ma con almeno 6 bottiglie si potrà approfittare del nostro Terzo Mondo Express per ricevere i vini a casa vostra (contattateci per sapere se consegnamo anche nel vostro comune). Altrimenti il ritiro delle bottiglie potrà avvenire come sempre in libreria. Tutti i prezzi sono comprensivi di Iva.
Per l’ordine è necessario compilare il modulo a quest’indirizzo, entro e non oltre domenica 7 giugno, con arrivo previsto dei vini intorno al 15/18 giugno. Per ogni esigenza scrivete pure a caffetteria@spazioterzomondo.com oppure chiamateci in libreria allo 035 290 250.

I VINI
Toccomagliocco 2015 (rosso – magliocco)
Chora rosso 2019 (rosso – magliocco)
Chora rosso 2018 (rosso – magliocco) magnum da 1,5 l
Hobo 2018 (rosso – magliocco) solo magnum da 1,5 l
Asor 2019 (rosato – magliocco)
Il raglio dell’asino 2018 (bianco – greco)
Giramondo 2019 (bianco – malvasia)
Chora bianco 2019 (bianco – mantonico e guarnaccia bianca)


L’AZIENDA
La cantina l’Acino nasce nel 2006, grazie alla volontà di tre amici che in comune hanno la voglia e la passione di far scoprire a tutti la Calabria enologica ormai quasi scomparsa. Oggi il destino di questa azienda artigianale è in mano a Dino Briglio, uno dei tre fondatori, che porta avanti con passione l’idea di base e la filosofia aziendale, che consiste nel puntare non solo sui vitigni autoctoni del territorio, ma anche di verificare il metodo biodinamico come scelta definitiva di vita e di lavoro.
La storia di questa piccola realtà comincia con l’affitto di due vigneti, un ettaro di Mantonico e tre ettari di Magliocco: due vitigni autoctoni molto antichi, ormai quasi dimenticati in queste terre, ed è proprio da qui che i tre fondatori hanno deciso di investire per guardare al futuro ripartendo dalle tradizioni andate perdute. Il territorio di San Marco Argentano, in provincia di Cosenza, riesce a coniugare un microclima di stampo montano e l’influsso benefico dei venti mediterranei, che mantengono i vigneti sani e vigorosi, esprimendosi attraverso eleganza e piacevole rusticità.
Tutto questo nella ferma convinzione di dover stabilire un rapporto con la terra coltivata il più possibile rispettoso e naturale, unico metodo in grado di valorizzare il terroir e portare all’attenzione del panorama enologico italiano questa giovane e dinamica realtà calabrese. Oggi, grazie a tenacia e passione, Dino è riuscito nell’impresa di farsi conosce nel mondo vitivinicolo nazionale, grazie all’incredibile personalità dei suoi vini, sempre fedeli alla tradizione e al loro territorio.

“La prima etichetta di magliocco, il ToccoMagliocco, è del 2007, mentre nel 2008 nasce il Mantonicoz da uve Mantonico Pinto, un clone del Mantonico della Locride, con cui, circa 300 km più a Sud, nella zona in cui si produce il Greco di Bianco, si fa passito. Del Mantonico Pinto ne esiste solo una vigna di un ettaro al mondo, con una resa molto bassa (nel 2010 di 2.000 bottiglie, ma di solito anche meno). Del Magliocco e del Mantonico ha parlato e scritto Veronelli negli ultimi anni di vita, soprattutto del Mantonico, considerato un vitigno di grande valore. Il nostro mantonico è un bianco certamente di grande longevità, che fa da 3 a 8 giorni di macerazione sulle bucce.
Le vigne con cui si producono i suddetti vini sono in collina, sul Pollino, a circa 600 metri di altitudine. Adiacenti la cantina invece ci sono le vigne con cui produciamo Chora rosso e Chora bianco. Queste ultime vigne hanno circa 7 anni, sono poco più di 5 ettari, con il 40% di pendenza, a schiena d’asino (qualche foto delle nostre vigne dal sito del nostro importatore negli Usa).
Naturalmente non usiamo chimica in vigna e neanche in cantina, e l’uso dei solfiti è molto contenuto, circa 40/45 ml/L. La vigna è impiantata su un terreno che era bosco ceduo, dove una vigna c’era qualche decennio fa, e dove tutti i terreni intorno sono non lavorati perché troppo scoscesi: non abbiamo bisogno di nessuna conversione, come nelle regole di chi il biologico lo certifica. Per L’Acino è importante, e lo è sempre stato, il rispetto per la natura e la tutela della biodiversità.”

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