Recensione: Paolo Nori, Una notte al museo russo

Paolo Nori
UNA NOTTE AL MUSEO RUSSO
Edizioni Laterza, pp. 129, € 15

Ogni volta che leggo un libro di Paolo Nori, che è uno scrittore italiano che ha scritto molti libri, sono subito contento, perché penso già alla recensione che potrò scrivere come Paolo Nori scrive i suoi libri, che è uno stile che a me piace molto, che mi ricorda i primi libri di Celati, libri che ho letto quando ero più giovane, andavo all’università ma non studiavo letteratura, tutt’altro, ma quel tutt’altro a me non piaceva più di tanto.

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Recensione: Paolo Nori, Strategia della crisi

Paolo Nori
STRATEGIA DELLA CRISI
Edizioni Città Nuova, pp. 122, € 15,00

È un modo di dire molto usato quello di dire che sono in crisi, c’ho una crisi, sei proprio in crisi, il che ci fa pensare che lo stato dell’essere in crisi sia una condizione umana possibile, anzi frequente e forse, sembra dirci P. Nori, auspicabile. Infatti nell’analisi abbastanza dettagliata che P. Nori fa delle varie situazioni in cuoi si è trovato, la crisi con cui le ha vissute è sempre stata una cosa che l’ha colpito, che l’ha fatto pensare al fatto che chi non si sente mai in crisi non è che sia proprio un essere umano. Voi pensate a Donald Trump, vi sembra mai in crisi?

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Paolo Nori, Mi compro una gilera, Feltrinelli

Recensione
Paolo Nori, Mi compro una Gilera
Feltrinelli, pp. 127, euro 10

E’ successo che io mi sono messo a leggere questo libro, e quando ho iniziato non è che avessi una grande opinione preconcetta dello scrittore Paolo Nori, a dire il vero avevo un bel pregiudizio, lo ritenevo poca cosa, come quell’altro, suo sodale nello stile, quello che pubblica per Sellerio, Ugo Cornia che anche lui non mi convince anche se, come ho detto e scusate se qui mi cito, non è del tutto da buttare. E anche questo Paolo Nori non è del tutto da buttare, anzi, se inizi a leggerlo e ti lasci trascinare lo trovi infino divertente, anche se le cose che ti racconta non sono certo al livello di un Philip Roth, quello che per me è il maestro, o di un Marcel Proust, quello che è stato un maestro per tanti ma non per me, che l’ho trovato bello, appassionante, ma non magistrale perché unico.

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