Recensione: Gianfrancesco Turano, Pólemos

Gianfrancesco Turano
PÓLEMOS
Edizioni Giunti, pp. 408, € 18

Scrivere un romanzo storico su un periodo preciso della guerra che oppose Atene a Sparta fra il 431 e il 404 a.C. in maniera originale e colta: ecco lo splendido risultato che Gianfrancesco Turano ha ottenuto con questo Pólemos. Una guerra costante agita gli animi e i corpi dei personaggi che lottano in questi quattro anni nelle più disparate situazioni.

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Recensione: Gianfrancesco Turano, Salutiamo, amico

Gianfrancesco Turano
SALUTIAMO, AMICO
Edizioni Giunti, pp. 414, € 19

all’illustrissimo dott.
Turano Gianfrancesco

Io le volevo scrivere, caro dottore, per ringraziarla molto del bel libro che lei ha scritto e io ho letto. È un libro, questo libro, che si legge con una certa facilità, da non confondere con faciloneria (ah ah ah), perché parla della storia del nostro paese, l’Italia, attraverso la storia di una piccola provincia, Reggio Calabria, che nel 1970 ebbe sul suo territorio dei moti quasi rivoluzionari, ma che non lo erano veramente,

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Recensione: Gianfrancesco Turano, Contrada Armacà, Chiarelettere

Gianfrancesco Turano, Contrada Armacà
Chiarelettere, pp. 279, euro 16.90
 
Questo libro riesce a realizzare lo scopo per il quale è stato scritto: descrivere al lettore qualunque le modalità di funzionamento ed il clima culturale creato dalla ‘ndrangheta nella città per antonomasia occupata da detta associazione: Reggio Calabria.
Il romanzo inizia con un omicidio, cosa non inusuale a Reggio. E’, il morto, un parente del professor Malara, uomo già colpito dalle modalità spicce di amministrare la giustizia da parte della ‘ndrangheta; vent’anni prima ha perso il figlio ventenne, ucciso malamente in una lotta tra clan. Il nuovo omicidio in famiglia è l’occasione per risvegliarsi dal torpore da pensionato che l’aveva ormai colto. E da questo torpore si sveglierà grazie all’alleanza temporanea, ma che poi in effetti si prolunga e diventa un’amicizia, di un personaggio assolutamente improbabile nel resto del mondo, ma che a Reggio ha un suo perché: il giovane Fortunato Amato, detto Nato.

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