Recensione: Alessandro Mari, Troppo umana speranza, Feltrinelli

Alessandro Mari, Troppo umana speranza
Feltrinelli, pp. 746, euro 18

     Notevole capacità, invero, ci appalesa l’autore del libro in oggetto che, attraverso un sapiente mescolio di realtà e finzione, sa condurci con punto sforzo attraverso la ventina d’anni che precedettero l’unificazione della nazione nostra. E lo fa, il trentunenne scrittore – maggior gloria la giovine età – non con una banale narrazione

Continua a leggere


Recensione: Richard Sennett, L’uomo artigiano, Feltrinelli

Richard Sennett, L’uomo artigiano

Feltrinelli, pp. 281, euro 25

Traduzione Adriana Bottini

E’ ormai tramontata l’epoca della speranza per una soluzione collettiva dei problemi, ed il fatto che oggi sia pieno di individui che sostengono che tali soluzioni – parziali – non sono mai avvenute e che quindi non è giusto ora chiederle, mi pare il più chiaro segnale di conferma di questa presa di posizione. Nel suo uso politico questa affermazione

Continua a leggere


‘Ala Al-Aswani, Chicago,

‘Ala Al-Aswani, Chicago
Feltrinelli, pp. 310, euro 17.50
traduzione Bianca Longhi

Chiacago, America del Nord. Terra dura, fredda, in cui le vite di un gruppo di studenti borsisti dall’Egitto si intrecciano alle esistenze di chi nell’università già lavora da anni. Un argomento distante da tutti che però è trattato con una discreta arguzia dall’autore, già noto al pubblico per Palazzo Yacubian

Continua a leggere


Recensione: M. Benasayag e A. Del Rey, Elogio del conflitto

Miguel Benasayag e Angélique Del Rey
ELOGIO DEL CONFLITTO
Edizioni Feltrinelli, pp. 206, € 16
Traduzione di Federico Leoni

Conflitto e scontro, sebbene lo appaiano, non sono sinonimi dal punto di vista semantico, poiché lo scontro lascia già supporre un vincitore che invece il conflitto non può presupporre. Nello scontro vi sono due parti, l’una contro l’altra, e in genere una delle due prevede l’annientamento dell’altra; il conflitto invece è una situazione “liscia”, per riprendere la terminologia di Deleuze, che non prevede la possibilità di individuare uno spazio quadrettato nel quale collocare i contendenti, perché i contendenti sono attraversati da linee che in parte divergono, ma in parte convergono, e che quindi non portano di necessità alla distruzione dell’altro:

Continua a leggere


Salvatore Natoli, La felicità, Feltrinelli

Salvatore Natoli,

La Felicità, Feltrinelli,

euro 7.50, pp. 251

 

Mi spiace iniziare la recensione a questo sostanzioso volume di filosofia dicendovi che se siete interessati all’argomento probabilmente non siete felici. La felicità è infatti una situazione che pone chi la vive al di fuori dell’interesse ad argomentare attorno al mondo.

La felicità, innanzitutto, è una condizione fortuita. Da qui l’equiparazione di buona sorte e felicità  che risale ai tempi antichi. Ma, dato che la felicità è cosa di natura, come tutto ciò che esiste finisce.

Capire che anche la felicità  può finire fa sì che essa cambi aspetto.

Da uno stato di grazia, perfetto ed immutabile, diviene obiettivo della vita, scopo perseguito attraverso una strategia: diviene cioè un problema etico. In altre parole si vive felici più per ciò che si è che per ciò che ci capita, badando a non estremizzare questa posizione.

Continua a leggere


Umberto Galimberti, La casa di Psiche, Feltrinelli

Umberto Galimberti, La casa di Psiche
Feltrinelli, pp. 439, euro 19.50

Non voglio gabellare questo libro per facile perché non lo è, ma se avete una minima conoscenza della psicoanalisi e della storia della filosofia contemporanea e volete allargare i vostri orizzonti, impegnarvi a leggerlo vi arricchirà in misura non indifferente.
Una delle maggiori rivoluzione culturali del ‘900

Continua a leggere


Recensione: M. Benasayag e G. Schmit, L’epoca delle passioni tristi

Miguel Benasayag e Gérard Schmit
L’EPOCA DELLE PASSIONI TRISTI
Edizioni Feltrinelli, pp. 129, € 7,50
Traduzione di Eleonora Missana

I due autori del saggio in questione si occupano di clinica con minori e adolescenti, soggetti che, secondo loro, sono vittime di quelle che Spinoza chiamava, appunto, passioni tristi. Le passioni tristi contraddistinguono le nuove generazioni. Sono passioni generate dalla perdita di fiducia nel futuro, dal sentirsi impotenti nei suoi confronti, dalla percezione di vivere in un tutto che si sta sgretolando.

Continua a leggere