Doppia recensione: Luigi Natoli, I Beati Paoli
Federico De Roberto, I Viceré

Per chi volesse essere introdotto alle storie patrie nella maniera avvincente che garantisce il romanzo, ecco due opere poco avvicinate dai programmi scolastici – perversamente concentrati su Manzoni e Verga – ma che forniscono comunque interessanti spunti di analisi.


Luigi Natoli
I BEATI PAOLI
Edizioni Feltrinelli, pp. 1010, € 23

I Beati Paoli interessa la Sicilia, nello specifico Palermo, e si sviluppa fra la fine del ‘600 e i primi vent’anni del ‘700. Si differenzia da I Viceré, ambientato anch’esso in Sicilia ma fra il 1855 e il 1882 per il suo carattere meno veristico – del resto De Roberto è amico di Verga – e più avventuroso, quasi rocambolesco, una specie de I tre moschettieri in ambiente popolare.

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Recensioni: Chico Buarque, Quella gente

Chico Buarque
QUELLA GENTE
Edizioni Feltrinelli, pp. 142, € 15
Traduzione di Roberto Francavilla

È giusto che un cantante famoso, noto in tutto il mondo per la sua musica e la sua voce, cerchi di allargare la sua sfera di influenza estetica alla letteratura? Ardua la risposta a questa domanda, e il breve romanzo di Chico Buarque de Hollanda, notissimo cantante brasiliano, non aiuta certo a dirimere la questione. Il protagonista della vicenda, Duarte, si muove tra i propri sogni, un certo disagio economico esistenziale e le donne che popolano la sua vita, in una Rio de Janeiro pre pandemia.

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Recensione: Roberto Mancini, Gandhi

Roberto Mancini
GANDHI
Edizioni Feltrinelli, pp. 140, € 14

La collana in cui rientra questo libro si chiama eredi; sono una serie di libri dedicati a personalità che nella storia recente sono state in grado di mostrare una strada da seguire, un senso alla vita cui sono chiamati i loro eredi, ovvero noi che leggiamo il pensiero di queste figure storiche. Il libro del professor Mancini riporta un sottotitolo chiarificatore: al di là del principio del potere.

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Recensione: Dave Eggers, La parata

Dave Eggers
LA PARATA
Edizioni Feltrinelli, pp. 140, € 9
Traduzione di Francesco Pacifico

Quattro e Nove, i nomi dei due protagonisti di questo romanzo, sono gli spettatori ininfluenti dell’occidente che porta la civiltà in paesi arretrati. E quale miglior simbolo della civiltà se non una strada, una bella strada da asfaltare, lunga più di 200 km che i nostri due, Quattro a bordo dell’RS80 e Nove a cavalcioni di un quad, devono realizzare in dodici giorni, per rendere possibile la parata con la quale il capo del governo suggellerà la pace tra le due fazioni in lotta per il controllo del paese.

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Andarperlibri: Michele Serra, Osso

Michele Serra
OSSO. Anche i cani sognano
Illustrazioni di Alessandro Sanna
Edizioni Feltrinelli, € 16
Dai 10 anni

L’uomo vecchio e solo, forse per scelta o forse perché la vita ha imposto così, abita sulla linea di confine tra il bosco e la città; sospeso nel suo stato di solitudine, non muove alcun passo nè verso l’uno nè verso l’altro. Solo l’amore per la nipotina, che vede raramente ma sente quotidianamente, anima i suoi giorni, il resto è routine e uno scorrere di pensieri e riflessioni.

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Recensione: Gian Arturo Ferrari, Ragazzo italiano

Gian Arturo Ferrari
RAGAZZO ITALIANO
Edizioni Feltrinelli, pp. 310, € 18

Questo bellissimo – sarà banale ma non ci sono parole più adeguate – esordio di uno scrittore smentisce uno dei più solidi tra i miei pregiudizi sulla letteratura; cioè che solo l’età prima, o la giovinezza o, al milite, la maturità, consentono la creazione di libri che valga la pena di leggere. Solitamente gli scrittori con tante primavere alle spalle non danno bella prova di sé. Ebbene, Gian Arturo Ferrari racconta la vita di un ragazzo, Ninni, dal primo dopoguerra agli anni ‘60 e, facendo questo, dimostra che invece si-può-fare.

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Recensione: Marco D’Eramo, Dominio

Marco D’Eramo
DOMINIO. La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi
Edizioni Feltrinelli, pp. 256, € 19

Marco D’Eramo, giornalista del manifesto e persona di lunga esperienza nella sinistra italiana, ci offre un’interessante lettura di un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti ma a cui nessuno sta dando voce: la vittoria della classe padronale sulle rivendicazioni della classe lavoratrice, intesa questa in senso molto ampio. D’Eramo sostiene, con parecchi elementi a favore di questa tesi, che la destra conservatrice ha risposto ai moti libertari che hanno percorso gli anni ‘60 con una precisa strategia ideologica.

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Recensione: David Trueba, La canzone del ritorno

David Trueba
LA CANZONE DEL RITORNO
Edizioni Feltrinelli, pp. 366, € 18,00
Traduzione Pino Cacucci

Valutare la possibilità del ritorno del romanzo esistenzialista una volta terminata questa interessante stagione filosofica non è certo nostro compito, si può comunque osservare che la tematica dell’uomo che si pone domande circa il proprio agire, ne coglie la contraddittorietà, non si fa carico di questa contraddittorietà e continua a fare quello che gli capita, che è la versione coerente dell’esistenzialismo, ha avuto un ampio seguito nella storia della letteratura

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Recensione: Ayelet Gundar-Goshen, Svegliare i leoni

Ayelet Gundar-Goshen
SVEGLIARE I LEONI
Edizioni Feltrinelli, € 12
Traduzione Ofra Bannet e Raffaella Scardi

Se si svegliano i leoni e poi opportuno che tornino a dormire. Può essere così riassunto il senso del romanzo dell’attivista per i diritti civili in Israele Ayelet Gundar-Goshen. Anche se una formula così stringata non può che oscurare le molteplici vie d’accesso a questo romanzo. Il protagonista è il dottor Eitan Green, quarantenne allontanato dal successo per troppo dirittura morale; ma la sua dirittura morale si scontra, è proprio il caso di dirlo, con un eritreo, una notte.

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Recensione: Marco D’Eramo, Il Selfie del mondo. Indagine sull’età del turismo, Feltrinelli.

Recensione

Marco D’Eramo
Il Selfie del mondo. Indagine sull’età del turismo
Feltrinelli, pp. 234, euro 22

Il commento a questo libro può iniziare con la frase di Beckett che Deleuze e Guattari pongono all’inizio dei Millepiani: ““Non viaggiamo per il piacere di viaggiare, che io sappia. Siamo stupidi, ma non fino a questo punto.” Questa frase lascia sospettare un certo snobistico disprezzo del turista, ma lascia anche intravedere una profonda verità. Molto spesso il viaggiare non è piacere puro

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