Recensione: Laila Lalami, Gli altri americani

Laila Lalami
GLI ALTRI AMERICANI
Edizioni Ponte alle Grazie, pp. 433, € 19,80
Traduzione di Andrea Branchi

Una storia che racconta la quotidianità di un’America molto distante dal nostro immaginario. La giovane Nora, promettente musicista nata in America da genitori marocchini, sfuggiti alla dittatura del re sul finire dei ‘90, riceve la notizie della morte del padre mentre sta cenando con una compagna di studi. Il padre è stato investito di notte, all’uscita del locale gestito dalla famiglia, da un pirata della strada che è scomparso senza lasciare traccia. Nora deve tornare a casa, lasciare i suoi studi e i suoi progetti per riavvicinarsi alla famiglia in questo momento difficile. Il romanzo, contemporaneamente intimista e sociale, racconta del difficile ritorno a casa di una donna che ha già un progetto di vita e che lo deve rimodulare in base a esigenze in cui fatica a riconoscersi; attorno a Nora ruotano la madre, la sorella, la famiglia, che gestisce un bowling vicino, e i vari poliziotti che condurranno l’indagine sull’incidente. Il romanzo è ambientato nel Mojave, una regione della California caratterizzata da una forte presenza di immigrati, legali o meno. Sono questi gli Altri Americani del titolo.
Tutta la vicenda è intessuta da episodi di razzismo del passato cui tutti i narratori devono ora confrontarsi, prima di diventare americani a tutti gli effetti. Un interessante sguardo sul sogno americano che mostra tutte le asperità disposte sulla strada della sua realizzazione.

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