Recensione: Benjamin Abelow, Come l’occidente ha provocato la guerra in Ucraina

Benjamin Abelow
COME L’OCCIDENTE HA PROVOCATO LA GUERRA IN UCRAINA
Edizioni Fazi, pp. 71, € 10
Traduzione di Valentina Nicolì

Il titolo dice tutto, ma va comunque chiarito, perché l’autore non sostiene una posizione filorussa in merito alla guerra; ci dice, con molta chiarezza e portando a favore della sua tesi ragionamenti e dati storici, che, come ogni cosa che accade nel mondo, questa guerra ha delle cause e che queste cause sono da identificare nell’atteggiamento apertamente opposto alla Russia da parte di Washington. Riassumiamo i punti centrali. Allo scioglimento dell’impero URSS pare che gli Stati Uniti abbiano fornito assicurazione generiche – non ci sono documenti scritti in proposito – circa la non espansione della NATO verso est; queste assicurazioni sono state però completamente disattese, giungendo la NATO a inglobare la maggior parte dei paesi ex URSS. A partire dal 2008 la Russia ha reagito a questo, prima in Georgia, creando un governo fantoccio che la appoggia; in Ucraina c’erano state delle elezioni e la nomina di un presidente allineato alle posizioni di Mosca, ma la successiva elezione di Zelensky ha cambiato le carte in tavola. Gli Stati Uniti allora hanno iniziato a rinfocolare gli spiriti di destra dell’Ucraina, dando in più occasioni prova della loro intenzione di includere questo stato, geopoliticamente insignificante, nella loro sfera di influenza. Visto che la Russia ha quasi 2000 km di confine con lo stato ucraino, era lecito pensare che avrebbero fatto qualcosa per evitare questo presidio militare nord americano così vicino a loro (nel terzo capitolo l’autore ipotizza cosa succederebbe se la Russia si alleasse con il Canada e occupasse la frontiera con le sue armate). L’occidente è andato a vedere se era un bluff e ha perso la partita. In altre parole Benjamin Abelow cerca di correggere la narrazione corrente che vede nella Russia di Putin uno stato che mira solo a espandersi e a porre sotto il proprio dominio popoli che potendo sceglierebbero altre strade, più democratiche; e nell’occidente contemporaneo, la narrazione è tutto. Se la narrazione si basa su dati falsati, la lettura della realtà che ne consegue sarà inevitabilmente mendace. Putin si è sicuramente reso colpevole di miopia politica, non prevedendo l’appoggio occidentale alla causa ucraina e la resistenza degli stessi ucraini; ma ciò non fa di lui l’unico colpevole. Ciò che però lascia perplessi leggendo il libro è che i vertici occidentali parevano completamente consapevoli – il libro è piano di discorsi pubblici dei vertici militari americani – di quanto poteva succedere, a meno di non pensare che le manovre militari della NATO siano accidentali: cosa che sicuramente i vertici russi non hanno pensato. Oltre all’incapacità di porsi nel punto di vista altrui, quanto successo e sta succedendo segnala che il modello politico della guerra fredda non è scomparso; con i rischi che le attuali dotazioni di armi in possesso di tutte le potenze comportano. Quello che sta avvenendo è una sconfitta del modello occidentale, o meglio, è una prova della sua arretratezza rispetto al divenire della storia; ma la sconfitta non è primariamente dell’America, che pare prendere con stoicismo l’inevitabile (gli americani sono pronti a difendere la vostra libertà fino all’ultimo ucraino), è una sconfitta sopratutto per l’Europa e l’Ucraina, oltre che per il popolo russo. Lo scatenarsi di una guerra segue ragionamenti geopolitici che trascendono i destini dei singoli e in questo si dimostra inumana. Fa però specie l’atteggiamento della stampa e dei mezzi d’informazione occidentali, per lo più compattamente schierati nel dare la colpa ai russi. Se si ragiona, non ci sono colpe; ci sono reazioni a cause e queste cause le hanno messe in moto gli americani secondo l’autore di questo pampleth. Altro discorso sono le colpe oggettive, il riconoscimenti delle violazioni dei diritti umani che la guerra inevitabilmente comporta, ma occorre precisare che è lecito aspettarsi che il capo di una superpotenza non resti immobile mentre il suo nemico storico lo accerchia. Abelow ci dice che è stata la miopia politica degli Stati Uniti ad avere provocato la guerra, e che solo una loro mossa diplomatica potrà porvi fine.

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