Recensioni: Chico Buarque, Quella gente

Chico Buarque
QUELLA GENTE
Edizioni Feltrinelli, pp. 142, € 15
Traduzione di Roberto Francavilla

È giusto che un cantante famoso, noto in tutto il mondo per la sua musica e la sua voce, cerchi di allargare la sua sfera di influenza estetica alla letteratura? Ardua la risposta a questa domanda, e il breve romanzo di Chico Buarque de Hollanda, notissimo cantante brasiliano, non aiuta certo a dirimere la questione. Il protagonista della vicenda, Duarte, si muove tra i propri sogni, un certo disagio economico esistenziale e le donne che popolano la sua vita, in una Rio de Janeiro pre pandemia. Duarte di mestiere fa lo scrittore e sopravvive, sempre più in basso, grazie al successo dell’esordio; ma, pian piano, come spesso accade, la vena creativa s’è inaridita e ora vive in un appartamento in affitto, sotto la minaccia di sfratto, nello stesso palazzo dove vive la ex moglie con il figlio; Duarte ha lasciato la moglie per una ragazza più giovane, Rosana, che di mestiere fa la interior design per i ricchi brasiliani – se fai l’interior design lavori per forza per i ricchi – ma anche quella storia è finita. Ora Duarte deve raccogliere le forze per un ultimo sforzo creativo che lo porti all’approdo di una terza età più tranquilla. Ma conosce la moglie del bagnino della spiaggia dove va a nuotare, Rebekka, che viene dall’Olanda ed è una sua appassionata lettrice, oltre che giovane e avvenente. La vita quotidiana di Duarte, nell’anno che precede lo scoppio della pandemia, dà uno spaccato credibile della vita a Rio e di un uomo che è costantemente travolto dal proprio egoismo, ma non ci fornisce una risposta alla domanda iniziale. Ai lettori l’ardua sentenza.

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